Il futuro dell’acciaio europeo resta sospeso tra incertezza e preoccupazione. L’Eurofer, l’associazione che rappresenta l’industria siderurgica comunitaria, ha lanciato un avvertimento chiaro: con dazi statunitensi al 15%, nell’Unione europea potrebbe essere compromessa una quota significativa di circa un milione di tonnellate di acciaio, corrispondente alla produzione necessaria per i 760 mila veicoli esportati verso gli Stati Uniti nel 2024.
Il calcolo non tiene ancora conto delle tariffe al 50% già imposte da Washington e che continuano a pesare sul settore. L’analisi, dunque, si concentra sullo scenario che deriverebbe dall’applicazione della nuova soglia tariffaria al 15%, già sufficiente a creare un rischio concreto per le esportazioni europee.
L’accordo politico raggiunto tra Bruxelles e Washington, pur accolto come un segnale di distensione, non ha sciolto i nodi principali. Gli operatori siderurgici temono infatti che le nuove condizioni commerciali limitino ulteriormente la competitività del prodotto europeo, in un mercato già messo alla prova dall’aumento dei costi energetici, dalla concorrenza di paesi extra-Ue e da una domanda in rallentamento.
Secondo l’Eurofer, il pericolo è che una parte consistente delle esportazioni verso gli Stati Uniti finisca per scomparire, privando le acciaierie europee di un canale di sbocco strategico e aggravando la pressione interna sul settore. Un quadro che rischia di avere conseguenze a cascata anche sull’occupazione e sull’intera filiera industriale collegata.
La questione, osservano gli esperti, non riguarda soltanto la bilancia commerciale. L’acciaio è una materia prima essenziale per l’industria automobilistica, per l’edilizia e per le infrastrutture. L’imposizione di dazi così elevati rischia di generare effetti distorsivi sul mercato, con ripercussioni che potrebbero andare ben oltre il settore siderurgico in senso stretto.
La prossima sfida sarà capire se l’Unione europea riuscirà a negoziare ulteriori correttivi con Washington o a individuare misure di sostegno interne che possano attenuare l’impatto delle nuove tariffe. Intanto, l’allarme lanciato dall’Eurofer fotografa una situazione che resta fragile e che mette ancora una volta in evidenza la vulnerabilità del sistema industriale europeo in un contesto globale segnato da tensioni commerciali sempre più marcate.
