2 Dicembre 2025, martedì
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Strage a 14 miglia da Lampedusa: due barconi affondano, venti morti e una neonata tra le vittime

Nel Mediterraneo centrale già 675 vittime dall’inizio dell’anno. Partiti dalla Libia in cento, solo 60 in salvo. Una ventina di dispersi in mare. La politica torna a dividersi.

LAMPEDUSA – La neonata aveva pochi mesi di vita. Stretta tra le braccia della madre, non ce l’ha fatta a sopravvivere alle onde e al peso di un barcone che si è capovolto nel cuore della notte. Il suo corpo è uno dei primi recuperati dai soccorritori al largo di Lampedusa, insieme a quelli di due donne, due uomini e tre adolescenti. È il volto più straziante di un doppio naufragio che, ancora una volta, tinge di nero il Mediterraneo.

Partiti da Zawiya, in Libia, erano in cento – egiziani, somali, pakistani, sudanesi – stipati su due imbarcazioni fragili. Dopo poche ore di navigazione, una delle barche ha iniziato a imbarcare acqua e si è ribaltata. Alcuni hanno tentato di salire sull’altro scafo, già al limite della capacità, ma anche quello si è rovesciato. In pochi istanti, il mare si è trasformato in un cimitero.

La corsa dei soccorsi
Il dramma si è consumato a 14 miglia a sud-ovest di Lampedusa. Mercoledì a mezzogiorno un elicottero della Guardia di Finanza ha avvistato un barcone semiaffondato. Da lì l’allarme: in mare si sono mosse le motovedette della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e unità Frontex. Sessanta le persone tratte in salvo, quattro delle quali donne; una ventina risultano ancora disperse.

Numeri e memorie di un mare crudele
Dall’inizio del 2025 il Mediterraneo centrale ha già inghiottito 675 vite, secondo i dati dell’Unhcr. “Profonda angoscia” è stata espressa dal portavoce per l’Italia, Filippo Ungaro. Lampedusa, ancora una volta, si ritrova ad accogliere superstiti stremati e a piangere i morti, mentre l’hotspot di contrada Imbriacola si riempie di storie sospese tra dolore e speranza.

Lo scontro politico
“Questa tragedia conferma l’urgenza di prevenire i viaggi fin dai territori di partenza e combattere i trafficanti di esseri umani”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma sullo sfondo, i numeri raccontano un’altra realtà: nonostante i blocchi e gli accordi internazionali, gli sbarchi verso l’Italia continuano a crescere, alimentando tensioni politiche e accuse reciproche tra governo e opposizione.

Un’isola in trincea
Intanto, a Lampedusa, la macchina dell’accoglienza lavora senza sosta. I superstiti vengono visitati, rifocillati e confortati, mentre le motovedette continuano a setacciare il mare nella speranza di trovare vivi i dispersi. Un mare che, per chi parte in cerca di futuro, è sempre più spesso un destino di morte.

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