3 Dicembre 2025, mercoledì
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Giorgetti al G20 in Sudafrica: “Il Piano Mattei è il pilastro della strategia italiana per lo sviluppo dell’Africa”

Il ministro dell’Economia ribadisce l’impegno dell’Italia nei partenariati equi con i Paesi africani. Accordi con banche multilaterali e focus su infrastrutture, trasporti e risorse idriche. Allarme sul dollaro debole e sulle tensioni economiche globali.

Durban – Il Piano Mattei avanza anche sui tavoli internazionali. E lo fa con il sostegno esplicito del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che nella sua missione in Sudafrica – dove ha preso parte alla sessione del G20 dedicata al continente africano – ha rilanciato con forza l’iniziativa strategica del governo italiano, presentandola come cardine della cooperazione tra Europa e Africa.

“La promozione dello sviluppo economico e sociale nei Paesi africani – ha dichiarato Giorgetti – passa attraverso la costruzione di partenariati tra pari, basati su interessi condivisi e benefici reciproci. Ed è proprio questo il cuore del Piano Mattei, l’iniziativa di punta dell’Italia in politica estera ed economica”.

Il ministro ha sottolineato come l’azione italiana sia perfettamente allineata con gli sforzi multilaterali per ridurre le diseguaglianze strutturali che ancora penalizzano il continente. “Concordiamo pienamente – ha aggiunto – sull’importanza di colmare il divario infrastrutturale di lunga data in tutta l’Africa. È un passaggio fondamentale per stimolare la crescita economica e aumentare le opportunità occupazionali nei singoli Paesi”.

Progetti concreti per il 2025

Nel suo intervento, Giorgetti ha anche fornito elementi concreti sull’operatività della strategia italiana. Ha ricordato come, grazie alla collaborazione con la Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo e con il sostegno finanziario degli Emirati Arabi Uniti, sia già stato definito un primo elenco di progetti da finanziare nel 2025. Questi progetti si concentrano su tre aree cruciali per lo sviluppo sostenibile del continente: infrastrutture, trasporti e gestione delle risorse idriche.

“Queste collaborazioni – ha evidenziato – dimostrano che la cooperazione internazionale può produrre risultati tangibili, se è costruita su obiettivi comuni e se si evitano approcci paternalistici. L’Africa non ha bisogno di assistenzialismo, ma di alleanze strategiche basate sulla crescita condivisa”.

Le preoccupazioni sul quadro macroeconomico globale

Ma Giorgetti non ha nascosto le sue apprensioni per un contesto economico globale sempre più instabile, che rischia di compromettere anche gli sforzi in corso sul fronte dello sviluppo. “Siamo preoccupati – ha detto – per l’impatto dell’incertezza economica internazionale e delle persistenti tensioni commerciali sulle nostre economie”.

In particolare, il ministro ha puntato il dito sulla recente svalutazione del dollaro statunitense, che secondo lui sta già avendo effetti negativi. “L’indebolimento del tasso di cambio del dollaro – ha osservato – si somma all’effetto dell’aumento dei dazi commerciali, generando un’ulteriore pressione sulle economie, soprattutto quelle più esposte alle fluttuazioni valutarie e ai costi delle importazioni”.

Italia protagonista nel dialogo con l’Africa

L’intervento di Giorgetti a Durban segna un ulteriore passo nel tentativo dell’Italia di ritagliarsi un ruolo guida nel rinnovamento dei rapporti con il continente africano. Il Piano Mattei – fortemente voluto dal governo Meloni – punta a superare la logica del mero contenimento migratorio, per trasformarsi in un piano strutturato di investimenti, formazione, cooperazione energetica e sviluppo.

L’obiettivo dichiarato è quello di offrire ai partner africani una visione a lungo termine, alternativa alle strategie predatorie di altre potenze globali, con un approccio che mette al centro la dignità, l’autonomia e la crescita dei Paesi coinvolti.

Se da un lato Giorgetti ha sottolineato i risultati già conseguiti grazie all’azione sinergica con istituzioni multilaterali, dall’altro ha lanciato un appello alla responsabilità condivisa: “Il successo di queste iniziative dipende dalla capacità di tutti i Paesi del G20 e del G7 di agire in modo coordinato e coerente, evitando frammentazioni e logiche competitive”.

In conclusione

La presenza di Giorgetti al G20 africano assume un significato che va oltre la mera diplomazia economica. È il tentativo dell’Italia di posizionarsi come interlocutore credibile, capace di coniugare interessi nazionali e visione internazionale. Una sfida complessa, in un momento di forti turbolenze economiche globali, ma anche un’opportunità per rilanciare il ruolo del nostro Paese in un’area del mondo destinata a diventare sempre più centrale negli equilibri geopolitici del XXI secolo.

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