26 Novembre 2025, mercoledì
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Dazi USA, Appendino attacca Meloni: “Sta prendendo schiaffi da Trump e non reagisce”

La vicepresidente del Movimento 5 Stelle accusa la premier di subordinazione agli Stati Uniti: “Sul gas, sulle armi e sul fisco digitale si è piegata a Trump. Ora subiamo dazi del 30% senza rispondere”.

ROMA – Un attacco frontale, dai toni durissimi, quello che la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito alla gestione dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti e, in particolare, alle nuove misure tariffarie varate da Washington. Le parole pronunciate ai telegiornali non lasciano spazio a interpretazioni: “Meloni sta facendo prendere a schiaffi l’Italia e le nostre imprese”, ha dichiarato, criticando l’atteggiamento che il governo avrebbe assunto nei confronti delle decisioni unilaterali dell’amministrazione americana.

Nel mirino di Appendino non ci sono solo le tariffe doganali – definite “folli” – del 30% su alcuni prodotti europei, ma anche la condotta complessiva dell’esecutivo italiano nei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti. “Sui dazi non ne fa una giusta”, ha incalzato l’ex sindaca di Torino. “Ha solo obbedito a tutti gli ordini di Trump: sul gas, sulle armi, sull’esenzione dalle tasse ai colossi del web”. Secondo Appendino, la premier non avrebbe adottato alcuna strategia autonoma a tutela degli interessi nazionali ed europei, limitandosi a una “passiva esecuzione” delle scelte dettate dalla leadership statunitense, già proiettata verso le prossime elezioni presidenziali.

Il nodo più urgente resta quello delle nuove tariffe introdotte dagli Stati Uniti, che colpiscono duramente l’export europeo e italiano. Settori chiave del Made in Italy – in particolare l’agroalimentare e il manifatturiero – rischiano pesanti contraccolpi a causa delle misure protezionistiche volute da Trump. Una risposta ferma da parte dell’Italia e dell’Unione Europea, secondo il Movimento 5 Stelle, è non solo necessaria, ma non più rinviabile.

“E ora che arrivano queste folli tariffe al 30% – ha proseguito Appendino – Meloni non vuole nemmeno rispondere alle ritorsioni di Trump. Ha dimostrato tutta la sua incapacità. Ora basta: l’Italia e l’Europa alzino la testa”. Parole che suonano come un appello, non solo a Palazzo Chigi, ma anche alle istituzioni europee, affinché assumano una posizione più decisa nei confronti delle politiche commerciali statunitensi.

Il tema dei rapporti tra Europa e Stati Uniti, specialmente sul terreno economico e fiscale, è destinato a diventare sempre più centrale nei prossimi mesi. La tensione sugli scambi internazionali, le dispute sulle imposizioni fiscali alle big tech americane e la ridefinizione degli equilibri energetici stanno generando nuove frizioni transatlantiche. In questo scenario, la richiesta di maggiore autonomia e fermezza avanzata dal Movimento 5 Stelle si inserisce in un dibattito più ampio sul ruolo dell’Italia e dell’Unione Europea nello scacchiere geopolitico globale.

Nel frattempo, il governo resta silenzioso sul fronte interno. Nessuna replica ufficiale è giunta finora da Palazzo Chigi alle dichiarazioni di Appendino, ma il tema è destinato a irrompere nel confronto politico nelle prossime settimane, anche in vista del Consiglio Europeo d’autunno che dovrà discutere le contromisure da adottare sul piano commerciale.

Per ora, la spaccatura tra le forze di governo e l’opposizione si fa più profonda, mentre le imprese italiane attendono segnali concreti per difendersi da una tempesta tariffaria che potrebbe minarne la competitività sui mercati esteri.

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