Il Teatro alla Scala ha presentato la Stagione 2025/2026, alla presenza del nuovo Sovrintendente Fortunato Ortombina e del Maestro di Riccardo Chailly, che conclude alla fine del 2026 il suo mandato come Direttore Musicale e si conferma ancora una volta tra i direttori dal repertorio più ricco e denso di curiosità culturale e senso dell’avventura musicale.
Alla conferenza di presentazione sono intervenuti anche Frederic Olivieri, Direttore del Corpo di Ballo del Teatro, il sindaco Giuseppe Sala, Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla Cultura, il Presidente della Regione, Attilio Fontana e, presente in prima fila, la Senatrice a vita Liliana Segre, fedele abbonata del Teatro.
Un’offerta di ben 250 spettacoli l’anno (opera, balletto, concerti, ma anche musica da camera, spettacoli per bambini e ragazzi, incontri e presentazioni) e decine di manifestazioni, confermano il Teatro alla Scala come punto di riferimento per cultura musicale e teatrale, capace di rivolgersi a una pluralità di pubblici milanesi, italiani e internazionali.
Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione d’Opera con il capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, presentato nella versione del 1934 con la direzione del Maestro Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Un titolo duro, scabro, che aggredisce lo spettatore e lo stringe in un nodo di violenza e disperazione, una proposta che apre in modo insolito e coraggioso una programmazione fatta di grandissimi titoli.
L’esecuzione completa in due cicli consecutivi del Ring des Nibelungen è senz’altro uno dei momenti distintivi della stagione 2025/2026, diretto da Alexander Soddy e Simone Young con la visione registica di Sir David McVicarr. Il ciclo torna alla Scala a undici anni dall’edizione diretta da Daniel Barenboim proseguendo la tradizione wagneriana del Teatro stabilita da Arturo Toscanini. Un appuntamento irrinunciabile del calendario culturale milanese, il cui richiamo internazionale è confermato dalle prenotazioni da tutto il mondo e dall’interesse della stampa europea.
Nel mese di aprile ricorre il centenario della prima esecuzione assoluta di Turandot, avvenuta alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini, e l’opera torna in scena con una produzione ricchissima, tra prodigi tecnologici e sapienza artigianale e la direzione di Nicola Luisotti.
Un debutto particolarmente atteso è quello di Romeo Castellucci, uno dei maggiori registi europei, che approda alla Scala con Pelléas et Mélisande di Debussy, opera particolarmente adatta alla sua concezione di teatro simbolico e visionario. Dirige Maxime Pascal, uno tra i più coinvolgenti direttori francesi di oggi, che alla Scala ha diretto importanti titoli contemporanei.
Una nuova produzione per Nabucodonosor, in cui verranno eseguiti i divertissements composti da Verdi per la ripresa del 1848 a Bruxelles, che vede debuttare alla Scala il talento ormai consolidato di Alessandro Talevi, con il Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio e Anna Netrebko e Luca Salsi nel cast.
Il prossimo direttore Musicale del Teatro, Myung-Whun Chung, che succederà a Chailly, raggiunge il suo undicesimo titolo d’opera alla Scala: Carmendi Bizet con il nuovo allestimento di Damiano Michieletto in coproduzione con il Covent Garden e il Teatro Real di Madrid. Uno spettacolo scarno ed efficace, concentrato sull’ineluttabile destino dei protagonisti.
Tra i titoli del repertorio francese più apprezzati dal pubblico per la felicità dell’invenzione melodica e la naturalezza del passo drammatico, torna Faust di Charles Gounod, che mancava dal palcoscenico del Piermarini dal 2010, con il debutto del regista Johannes Erath, la coppia formata da Marina Rebeka e Vittorio Grigolo in palcoscenico e il ritorno di uno dei direttori italiani più apprezzati nel mondo, Daniele Rustioni.
Le riprese sono invece tutte dedicate a grandi titoli del melodramma italiano: oltre a Turandot, Lucia di Lammermoor con la regia di Yannis Kokkos, un elegante spettacolo diretto da Speranza Scappucci con Rosa Feola protagonista, e Traviata firmata da Liliana Cavani con Nadine Sierra, diretta da Michele Gamba, con una produzione efficace e poetica.
Completa la Stagione L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, affidato alle forze dell’Accademia di Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala, con un nuovo allestimento pensato e costruito per poter essere declinato in seguito come spettacolo per i ragazzi, con due debutti importanti: Marco Alibrando, uno dei più interessanti direttori italiani della nuova generazione, e Maria Mauti alla regia.

La prima Stagione di Balletto disegnata dal nuovo Direttore del Ballo Frédéric Olivieri, si apre con uno spettacolo sontuoso e sognante, quasi il “balletto per eccellenza”: La Bella addormentata nel bosco, nell’allestimento del premio Oscar Franca Squarciapino, creato per la Scala nel 1993, splendido nello sfarzoso décor e nei preziosi costumi che rievocano la corte di Versailles.
Ripresi anche altri spettacoli storici come Don Chisciotte di Nureyev, cavallo di battaglia della compagnia scaligera fin dal 1980, con allestimento di Raffaele Del Savio e Anna Anni, e Giselle, balletto romantico per eccellenza che continua a commuovere il pubblico con la sua storia delicata. Il Corpo di Ballo scaligero riporta in scena l’indimenticabile coreografia di Coralli-Perrot nella ripresa di Yvette Chauviré e il classico allestimento di Aleksandr Benois.
Ma il palcoscenico ospiterà anche diverse firme contemporanee e grandi del Novecento, a partire dai tre titoli mai presentati prima alla Scala, tre acclamati e influenti autori contemporanei: il ritorno di Wayne McGregor con Chroma del 2006, uno dei suoi pezzi più rappresentativi, Dov’è la luna intimistico lavoro di Jean-Christophe Maillot con i suoi toni chiaroscurali e infine la potenza trascinante di Minus 16, uno dei più illustri manifesti dell’originalità di Ohad Naharin e del suo linguaggio di movimento innovativo che irrompe per la prima volta alla Scala per una esperienza intensa e travolgente.
Grandissimo successo fin dalla sua creazione nel 2011, Le Avventure di Alice nel paese delle meraviglie consacra Christopher Wheeldon tra i più interessanti autori contemporanei, con un balletto narrativo moderno, un’esplosione di colori, coreografie innovative e sofisticate e costumi e scenografie fantasiose e strabilianti.
Tutta dedicata a Stravinskij la serata che unisce due pietre miliari della danza di tutti i tempi: Apollo di Balanchine e, per la prima volta la Scala, i suoi artisti e il suo pubblico saranno travolti dalla forza tellurica di una delle più potenti letture di Le Sacre du printemps, quella creata da Pina Bausch.
Nella programmazione di danza del 2026 torna anche il Gala Fracci, dedicato alla grande artista milanese che è stata e rimane una figura cardine della storia della danza. Dopo quattro edizioni di successo, l’appuntamento raddoppierà: saranno due le date nel 2026, anno che coincide con i 5 anni dalla scomparsa e con i 90 anni dalla nascita di Carla Fracci.
La Scala, la cui Orchestra è stata battezzata in forma stabile da Toscanini nel corso di una leggendaria tournée sinfonica, propone anche una stagione concertistica che si articola in ben cinque cicli promossi dal Teatro (la Stagione Sinfonica, le Orchestre ospiti, i Recital di canto, il ciclo dei Grandi pianisti e quello dei Concerti da camera cui si aggiungono i Concerti straordinari) oltre alla Stagione di concerti della Filarmonica della Scala. La Stagione Sinfonica schiera tre Direttori Musicali scaligeri: Riccardo Chailly, che è presente con due programmi cui si aggiunge come Concerto Straordinario il Requiem di Verdi; apre la Stagione il suo predecessore Daniel Barenboim e prosegue il suo successore Myung-Whun Chung. Di non minor rilievo i ritorni di Esa-Pekka Salonen, protagonista alla Scala di produzioni memorabili, del Direttore Musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti e di Daniele Rustioni. Lorenzo Viotti dirige la Messe de Sainte-Cécile di Gounod nel Concerto di Natale, mentre le ospitalità includono il Monteverdi Choir, la Filarmonica Ceca, la Budapest Festival Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Oltre alla serie di grandi nomi del canto (Juan Diego Flórez, Marina Rebeka, Jakub Józef Orliński, Francesco Meli e Luca Salsi, Benjamin Bernheim) e del pianoforte (Beatrice Rana, Yefim Bronfman, Hélène Grimaud, Arcadi Volodos, Rudolf Buchbinder) è da segnalare il programma sempre più interessante e originale dei concerti da camera della domenica mattina con gli strumentisti dell’Orchestra.
Alle grandi stagioni di opera, balletto e concerti si aggiunge l’attività per bambini e ragazzi e un fitto programma di convegni, approfondimenti e presentazioni al Ridotto dei Palchi e al Museo Teatrale.
La pluralità di stagioni, proposte e programmi, l’apertura alle collaborazioni con le istituzioni culturali cittadine, la nuova spinta alla presenza internazionale, fanno della Scala un caposaldo culturale del nostro Paese con un obiettivo ambizioso: “Vorrei che nessun milanese, alla fine del mio mandato, possa dire di non essere mai stato alla Scala”, come ha dichiarato il Sovrintendente Fortunato Ortombina durante il suo intervento.