25 Giugno 2025, mercoledì
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Oggi è la Festa della Mamma: la celebrazione di un legame che attraversa il tempo e le culture

Un viaggio tra origini antiche, tradizioni globali e riflessioni contemporanee sul valore universale della maternità

A cura di Daniele Cappa

Oggi, seconda domenica di maggio, si celebra la Festa della Mamma. È un’occasione diffusa in oltre 90 Paesi del mondo, in cui milioni di persone si fermano – almeno per un momento – a dire “grazie” a una figura che troppo spesso diamo per scontata. Ma ridurre questa giornata a un gesto affettuoso sarebbe limitante: la maternità è molto più di un ruolo familiare. È un’idea che abita la nostra memoria collettiva, una forza che costruisce, protegge, trasforma.

Le radici: tra mito e memoria

La maternità, prima ancora che un fatto biologico o sociale, è un archetipo. Nell’antica Grecia, Rea, madre di Zeus, era onorata come simbolo di potenza generatrice. I Romani celebravano la Matronalia, festa dedicata alle donne e alla fertilità, in onore della dea Giunone Lucina. Secoli dopo, nel cuore dell’America post-vittoriana, fu Anna Jarvis a gettare le basi della Festa moderna: nel 1908 organizzò la prima commemorazione pubblica per ricordare sua madre, attivista per i diritti civili e sanitari delle donne. Da allora, la ricorrenza si è diffusa in tutto il mondo, adattandosi ai contesti più diversi.

Un linguaggio universale, mille forme culturali

In ogni angolo del pianeta, la madre è una figura centrale, ma ogni cultura la racconta con sfumature proprie. In Giappone, i figli regalano garofani rossi, emblema di amore puro e gratitudine. In Etiopia, la celebrazione coincide con la fine della stagione delle piogge: le famiglie si riuniscono, danzano, condividono pasti, onorando insieme la madre e la Madre Terra. In India, la maternità assume una valenza sacra: le divinità femminili come Durga e Kali incarnano la forza creatrice e distruttrice, protettrice e nutriente.

In America Latina, la madre è spesso vista come pilastro morale e affettivo della famiglia, mentre nei Paesi scandinavi, il sostegno alla genitorialità – attraverso congedi parentali, servizi pubblici e parità di genere – trasforma il ruolo materno in un elemento cardine del welfare e della cittadinanza attiva.

Maternità oggi: una pluralità di voci

Essere madre oggi significa molte cose. Significa esserlo biologicamente o per scelta affettiva. Significa educare, accompagnare, sostenere, spesso in silenzio e senza clamore. Ma significa anche affrontare sfide nuove: la conciliazione con la carriera, la pressione sociale, la mancanza di sostegni adeguati. Non esiste un solo modello materno, ed è tempo di riconoscere e valorizzare tutte le forme che la maternità può assumere: donne sole, coppie arcobaleno, madri adottive, figure che si prendono cura anche senza essere genitrici.

In un tempo che celebra l’efficienza e la produttività, la maternità continua a ricordarci il valore radicale della cura. Una cura che non è debolezza, ma forza generativa. Una cura che educa alla responsabilità, al tempo lungo, all’ascolto.

Una giornata per dire grazie. E per guardare avanti.

La Festa della Mamma, oggi, non è soltanto un’occasione sentimentale. È un momento che può diventare consapevolezza civile: il riconoscimento che una società che onora davvero le madri è quella che investe nel sostegno alla genitorialità, nella parità, nella dignità di ogni percorso di vita.

Dietro ogni madre c’è una storia, ma davanti a ogni madre dovrebbe esserci una comunità capace di accompagnarla, sostenerla, riconoscerla. Oggi celebriamo le madri del mondo con un fiore, un gesto, una parola. Ma il vero omaggio è costruire una cultura che non le lasci sole.

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