Donald Trump rompe un altro tabù del conservatorismo americano. Con una dichiarazione che ha lasciato spiazzati alleati e avversari, l’ex presidente ha aperto alla possibilità di un aumento delle tasse per i cittadini più facoltosi, contraddicendo apertamente la storica ortodossia del Partito Repubblicano in materia fiscale.
«Probabilmente i repubblicani non dovrebbero farlo, ma per me va bene se lo fanno!!!», ha dichiarato Trump con il suo consueto stile enfatico, affidandosi ancora una volta alla retorica provocatoria che da sempre lo contraddistingue. La frase, destinata a far discutere, ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti tra le file del GOP e gettato nel caos le fila di chi da sempre considera la riduzione della pressione fiscale una colonna portante dell’identità repubblicana.
In un momento in cui il Congresso si prepara a rimettere mano al codice fiscale e a discutere nuove misure per contenere il deficit, le parole di Trump assumono un peso politico non indifferente. Se da un lato potrebbero fornire copertura politica a una manovra bipartisan per correggere le disparità crescenti nel sistema tributario, dall’altro aprono crepe nel fronte conservatore, mettendo in difficoltà i leader repubblicani più ortodossi.
L’apertura dell’ex presidente, che resta la figura dominante del partito in vista delle elezioni del 2024, segna un potenziale cambio di passo nella narrazione economica repubblicana, almeno sul piano retorico. Resta da vedere se a questa affermazione seguiranno proposte concrete o se si tratterà dell’ennesima dichiarazione destinata a suscitare clamore più che a tradursi in un’agenda politica coerente.
Per ora, una cosa è certa: con un semplice commento, Trump è riuscito ancora una volta a catalizzare l’attenzione del dibattito pubblico, mettendo in discussione certezze che sembravano intoccabili.
