Roma – “Matteo Salvini sta portando avanti una politica estera autonoma, scollegata dalla linea ufficiale del Governo e in contrasto con la posizione del Ministero degli Esteri guidato da Antonio Tajani. Una situazione che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non può più permettersi di ignorare”. È il duro affondo di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, che in una nota ha criticato le recenti dichiarazioni del leader della Lega in merito all’Ungheria.
Nel mirino, l’appoggio espresso da Salvini alla decisione del governo ungherese di uscire dalla Corte penale internazionale (Cpi), che il vicepremier ha definito una “scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio”. Una posizione che, secondo Serracchiani, mette a rischio la credibilità internazionale dell’Italia e la sua stessa collocazione europea.
“Allinearsi a Viktor Orbán su temi così delicati, come la giustizia internazionale, significa introdurre un elemento di grave perturbazione nella nostra postura europea e nella difesa del diritto internazionale. È un passo che ci allontana dall’Unione Europea, proprio mentre Bruxelles ribadisce il proprio sostegno alla Corte penale internazionale”, ha dichiarato l’esponente dem.
Serracchiani ha inoltre denunciato la crescente confusione all’interno del Governo Meloni, sottolineando come la politica estera italiana sembri ormai sfuggire a ogni coordinamento istituzionale: “Abbiamo due vicepremier con visioni divergenti, e un Esecutivo che appare incapace di parlare con una voce sola”.
Le dichiarazioni arrivano in un momento in cui l’Unione Europea riafferma con forza il proprio sostegno alla Cpi, considerata un pilastro della giustizia globale, soprattutto alla luce dei conflitti in corso e delle violazioni dei diritti umani. Il contrasto interno al Governo italiano su questi temi solleva interrogativi non solo sul piano della coerenza politica, ma anche su quello della tenuta diplomatica.