Donald Trump torna a far parlare di sé con dichiarazioni roboanti e provocazioni geopolitiche. In un’intervista esclusiva a The Atlantic, il presidente degli Stati Uniti ha affermato senza mezzi termini: “Governo gli Stati Uniti e il mondo. Nessuno può fermarmi”. Parole che riflettono la consueta retorica iperbolica del tycoon, ma che arrivano in un momento in cui la sua popolarità, in particolare tra gli elettori ispanici, mostra segni evidenti di erosione.
Sulle elezioni in corso in Canada, Trump ha rilanciato una delle sue provocazioni più discusse: l’annessione del Paese confinante come “51esimo Stato” dell’Unione. “È ora di superare linee tracciate artificialmente decenni fa”, ha dichiarato, lasciando intendere che i confini nazionali sono, a suo avviso, concetti superabili in nome di una più ampia influenza statunitense.
Il presidente si appresta a celebrare martedì i primi cento giorni del suo nuovo mandato alla Casa Bianca, un traguardo simbolico ma significativo. Secondo fonti citate da Reuters, per i prossimi cento giorni l’agenda si concentrerà su dossier strategici: nuovi accordi commerciali e relazioni internazionali, con una particolare attenzione ai negoziati di pace in aree critiche del globo. Ma da Washington trapela anche un linguaggio bellicoso: nello staff presidenziale si parla di “siluri sotto la superficie”, alludendo a iniziative politiche di forte impatto che potrebbero essere lanciate senza preavviso.
Nel frattempo, però, i numeri raccontano un’altra storia. Un sondaggio congiunto Reuters/Ipsos rivela che il sostegno al presidente tra la comunità ispanica è in forte calo: il 61% degli elettori latinos esprime oggi un giudizio negativo sul suo operato, con un incremento del 7% rispetto ai mesi precedenti. Un dato che preoccupa la campagna elettorale, considerando il peso strategico dell’elettorato ispanico in stati chiave.
Trump, come da copione, ha reagito attaccando duramente la stampa: “Disonesta, corrotta, non più libera. I media tradizionali scrivono solo brutte storie e truccano i sondaggi”, ha tuonato. Un refrain ben noto ai suoi sostenitori, ma che appare sempre meno efficace al di fuori della sua base elettorale consolidata.
Tra ambizioni globali, provocazioni geopolitiche e tensioni interne, i prossimi mesi diranno se lo slogan “nessuno può fermarmi” sia una profezia destinata a realizzarsi — o solo l’eco di un narcisismo sempre più isolato.