17 Maggio 2025, sabato
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Povertà da lavoro, allarme Eurostat: in Italia cresce il disagio anche tra gli occupati

Il rischio povertà aumenta tra chi ha un impiego a tempo pieno: l'analisi di Misiani (Pd) e Santillo (M5S) contro le politiche economiche del governo Meloni

L’ultimo rapporto Eurostat, pubblicato oggi, lancia un campanello d’allarme che non può più essere ignorato: tra il 2023 e il 2024 in Italia è aumentato il rischio di povertà persino tra i lavoratori a tempo pieno. Un dato drammatico che fotografa un Paese dove il lavoro non basta più a garantire condizioni di vita dignitose.

A commentare la situazione è Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria nazionale del Partito Democratico, che punta il dito contro le scelte dell’attuale esecutivo:

“Il nostro sistema produttivo crea occupazione, ma soprattutto in settori a bassa produttività e bassi salari. Stagnazione economica, lavoro povero e disuguaglianze crescenti sono il volto oscuro di un modello che non regge più. Eppure, il governo Meloni, con il suo veto ideologico al salario minimo, si ostina a difendere un sistema che sopravvive sottopagando i propri dipendenti. È urgente che la questione salariale – dal salario minimo all’accelerazione dei rinnovi contrattuali – torni al centro dell’agenda politica.”

Un’analisi ancora più dura arriva da Agostino Santillo, deputato del Movimento 5 Stelle, Portavoce alla Camera, che denuncia il tentativo del governo di “nascondere la verità”:

“I dati Eurostat parlano chiaro: il 9% dei lavoratori full-time è a rischio povertà, più del doppio rispetto alla Germania. Se si considerano anche i part-time, la percentuale sale al 10,2%, in netto peggioramento rispetto all’anno scorso. Mentre la propaganda di Stato racconta un’Italia che non esiste, la realtà è ben diversa: la produzione industriale è in calo da due anni, le bollette aumentano, i salari reali crollano, e sempre più famiglie faticano a pagare le spese quotidiane.”

Secondo Santillo, il recente decreto governativo da 3 miliardi di euro, definito “decreto fuffa”, non sarà sufficiente a invertire la rotta:

“Invece di investire su salari, economia reale e welfare, il governo preferisce destinare miliardi ad armamenti, grandi opere inutili e centri per migranti che non risolveranno nulla. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un disastro sociale ed economico senza precedenti.”

Le parole di Misiani e Santillo si uniscono in un grido d’allarme che attraversa tutto il panorama politico di opposizione: senza un’inversione di marcia concreta e coraggiosa sulle politiche salariali e di crescita, l’Italia rischia di sprofondare in una crisi sociale ancora più profonda e dolorosa.

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