Nella serata di oggi, Torino è stata teatro di violenti scontri al termine della fiaccolata in onore del 25 Aprile. Dopo la conclusione della cerimonia, un gruppo di manifestanti appartenenti allo spezzone antagonista del corteo – composto da autonomi, attivisti dei centri sociali e sostenitori di movimenti filo-palestinesi – ha tentato di salire sul palco allestito per l’evento, rimuovendo le transenne che ne bloccavano l’accesso.
Il momento di tensione è esploso quando i dimostranti sono entrati in contatto con il cordone di polizia, che ha risposto con una manovra di alleggerimento per disperdere i manifestanti. Nel corso dell’operazione, le forze dell’ordine hanno utilizzato manganelli, scatenando una breve ma intensa scia di violenza in piazza Castello, cuore delle celebrazioni torinesi per la Festa della Liberazione.
I manifestanti, che durante il corteo avevano esposto uno striscione con la scritta “Resistenza contro guerra, riarmo e genocidio”, avevano inoltre contestato pubblicamente il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. In segno di protesta, è stato esposto un fantoccio raffigurante il primo cittadino in mimetica da militare, un atto simbolico che ha accentuato le polemiche politiche legate alla sua posizione sulla gestione della sicurezza e delle politiche di riarmo.
Le forze dell’ordine hanno prontamente isolato l’area degli scontri, cercando di riportare l’ordine nella piazza. Nonostante la tensione, non sono stati segnalati feriti gravi, ma l’incidente ha alimentato il dibattito sulla gestione delle manifestazioni e sul crescente clima di polarizzazione politica che segna la vita pubblica italiana.
La vicenda solleva nuovamente interrogativi sul delicato equilibrio tra il diritto alla protesta e la necessità di garantire la sicurezza pubblica in eventi di grande rilevanza simbolica e istituzionale come il 25 Aprile. In attesa di ulteriori sviluppi, la città di Torino si prepara a fare i conti con le conseguenze politiche e sociali di una serata che ha visto la memoria storica della Resistenza mescolarsi con tensioni contemporanee.