Vincenzo De Luca non le manda a dire. Con la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la legge regionale sul terzo mandato consecutivo alla guida della Campania, il presidente regionale ha lanciato un attacco frontale contro politica, istituzioni e opposizioni. Il verdetto, atteso da tempo, lo esclude di fatto da un possibile terzo mandato alla guida della Regione.
Ma De Luca non si limita a prenderne atto: alza il tono e rilancia, trasformando l’uscita di scena in un manifesto politico.
“Cialtroni e imbecilli vogliono la Campania nella palude”
Nel suo consueto stile diretto e infuocato, De Luca ha parlato di “cialtroni e imbecilli” che starebbero cercando di riportare la Campania all’immobilismo e al declino del passato:
“La Campania è stata tirata fuori dalla palude, ma ora c’è chi vuole ributtarcela dentro”, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa. “Ogni volta che si avvicinano le elezioni, ne vedremo di tutti i colori.”
Il governatore ha evidenziato una presunta disparità di trattamento tra Regioni: “In Veneto Zaia sta completando il terzo mandato. In Piemonte, nell’estate 2023, è stata approvata una legge identica a quella della Campania. Nessuno ha detto una parola. Nessuna impugnativa, nessuno scandalo. Perché due pesi e due misure?”, si chiede. “Questa è la vergogna: l’assoluta mancanza di dignità delle forze politiche e lo stato comatoso dello Stato di diritto in Italia.”
“Io non ho tempo da perdere con la politica politicante”
Pur colpito dalla decisione della Consulta, De Luca ha scelto di trasformare la sconfitta legale in una battaglia politica e morale:
“Non ho un minuto da perdere con le chiacchiere. Il mio compito è impedire che la Campania e Napoli tornino nella palude. La sentenza mi fa ritornare alla vita, con serenità, sportività e perfino con un certo senso di liberazione”.
Il governatore ha confermato che al momento non intende entrare nel merito della sua candidatura, ma ha assicurato che “quando sarà il momento, mi permetterò di dire la mia e chiederò ai cittadini di ascoltarmi”.
Nel frattempo, ha chiesto massima concentrazione ai suoi: “Nessuno si distragga. Le chiacchiere passano, i problemi concreti restano.”
“Chi vuole fermare il terzo mandato nega la parola ai cittadini”
Ma De Luca va oltre la questione personale. Per lui, il vero problema è la negazione del principio democratico della sovranità popolare.
“Chi sostiene il limite al doppio mandato non vuole che siano i cittadini a decidere. Non vuole dare loro voce. Se davvero crediamo nella democrazia, dobbiamo lasciare che siano le persone a scegliere chi le rappresenta, chi porta avanti i programmi in corso, chi garantisce continuità”, afferma.
Secondo il presidente, in molti casi i limiti ai mandati vengono imposti per calcoli di potere e senza alcuna considerazione per i bisogni dei territori:
“Chi oggi parla di rinnovamento lo fa ignorando i problemi veri, le opere da completare, i progetti da seguire. Se ne infischiano del futuro dei territori. Pensano solo a spartirsi le poltrone.”
Oltre la Consulta: una campagna già iniziata
La sentenza della Corte Costituzionale ha di fatto congelato la corsa di De Luca verso un terzo mandato, ma ha anche acceso i riflettori su una campagna elettorale che si preannuncia esplosiva.
Con il suo stile ruvido ma riconoscibile, De Luca si propone ancora una volta come l’uomo solo contro il sistema, l’amministratore concreto contro le “chiacchiere della politica politicante”. Una narrazione che gli ha permesso, in passato, di conquistare consensi trasversali e che oggi potrebbe tornare a essere un’arma potente – anche al di là di una sua eventuale candidatura.
Il messaggio, in definitiva, è chiaro: al di là delle sentenze, De Luca non intende restare in silenzio. E la Campania, a suo dire, non tornerà indietro senza combattere.