Coldiretti Calabria ribadisce la propria ferma opposizione alle proposte che minacciano di danneggiare un settore vitale per l’agricoltura, la cultura e l’economia della regione: il vino. Il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, ha espresso preoccupazione per le politiche dell’Unione Europea, che, a suo parere, sembrano muoversi in una direzione ideologica, ignorando la realtà e il valore fondamentale del vino. Aceto ha denunciato l’idea di introdurre etichette “allarmistiche” sulle bottiglie, una misura che, secondo Coldiretti, non ha alcun fondamento scientifico e rischia di confondere il consumatore, mettendo in discussione la distinzione tra consumo consapevole e abuso.
“Queste decisioni non solo non rispondono a criteri scientifici validi, ma sembrano demonizzare un prodotto che rappresenta una risorsa fondamentale per l’agricoltura europea e per la cultura enogastronomica mondiale. È una scelta che non ha alcuna umanizzazione, che non tiene conto dei valori di un settore che è in costante evoluzione e innovazione”, ha dichiarato Aceto.
In Calabria, il settore vitivinicolo è una risorsa di straordinario valore, che affonda le radici nei vitigni autoctoni e in una biodiversità che si esprime in 19 denominazioni di origine controllata (Doc) e indicazioni geografiche tipiche (Igt). Con una produzione che conta un 75% di vini rossi e rosati (segmento in forte crescita) e un 25% di bianchi, la viticoltura calabrese non solo contribuisce in modo significativo all’economia locale, ma si configura anche come un importante ambasciatore della qualità e della tradizione agricola. Con oltre 13.000 persone coinvolte direttamente e indirettamente nel settore e una superficie vitata che copre 11.600 ettari (di cui 4.400 coltivati secondo il metodo biologico), la Calabria rappresenta un punto di riferimento nell’ambito della viticoltura mediterranea. Il fatturato del settore è di 105 milioni di euro, con un incremento del 4,5%, mentre le esportazioni ammontano a 30 milioni di euro (+3%), con una produzione media annua di 145.000 ettolitri.
Nei giorni scorsi, Coldiretti Calabria, insieme a Filiera Italia, ha preso posizione formalmente contro la proposta della Commissione Europea contenuta nel Documento di lavoro dei servizi della Commissione (Staff Working Document), che suggerisce di apporre etichette allarmistiche sui prodotti al fine di scoraggiare il consumo di alcolici e introdurre nuove forme di tassazione. A tale proposito, Coldiretti ha inviato una lettera ufficiale al presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ai commissari europei Raffaele Fitto (Coesione e riforme), Christophe Hansen (Agricoltura) e Olivér Várhelyi (Salute), per esprimere il proprio dissenso e chiedere il ritiro di tali proposte.
“Questa non è l’Europa che vogliamo e certamente non è l’Europa che vogliono le imprese agricole italiane e i consumatori. Le scelte e le normative che si stanno adottando ignorano la realtà, penalizzano il settore vitivinicolo e spingono, al contrario, l’adozione di prodotti alimentari ultra-processati, che sono davvero dannosi per la salute. Non è possibile accettare una normativa che danneggi un settore come il nostro, che invece dovrebbe essere promosso”, ha dichiarato Aceto.
Secondo Coldiretti, l’introduzione di etichette sanitarie fuorvianti e l’aumento delle imposte sul vino non sono solo scelte dannose per l’economia calabrese, ma vanno contro un concetto più ampio di salute e alimentazione che, in Calabria, trova piena espressione nel modello della Dieta Mediterranea, recentemente riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
“Ci stiamo opponendo e ci opporremo con tutte le nostre forze a ogni proposta che miri a penalizzare un settore che rappresenta il cuore pulsante dell’agricoltura e della tradizione enogastronomica europea. La Commissione Europea non può continuare su questa strada e deve fare un passo indietro”, ha concluso Aceto, annunciando che, se necessario, Coldiretti è pronta a scendere in piazza per difendere il futuro del vino e dell’agricoltura calabrese.
L’associazione agricola, quindi, non esita a esprimere la propria determinazione nel difendere un patrimonio che è parte integrante della cultura e dell’economia calabrese, e che deve continuare ad essere tutelato, valorizzato e promosso a livello europeo.