Si concludono le indagini sul misterioso sangue trovato sulla statua piangente della Madonna di Trevignano, che ha suscitato grande scalpore. I test effettuati nei laboratori di Tor Vergata hanno confermato che il sangue rinvenuto sulla statua appartiene a Gisella Cardia, la sedicente veggente che aveva affermato che la lacrimazione fosse autentica. Nonostante le richieste di stop alle manifestazioni religiose provenienti dal Consiglio di Stato, la Cardia aveva continuato a incontrare i fedeli, alimentando il fenomeno che ha generato molta attenzione.
La conferma dell’appartenenza del sangue alla Cardia ha sollevato interrogativi sulla veridicità degli eventi legati alla statua e alla sua lacrimazione, che alcuni avevano interpretato come un segno miracoloso. Il legale della Cardia ha però dichiarato che la situazione resta aperta, sollevando dubbi sull’affidabilità dei test. “Aspettiamo di conoscere se il profilo trovato sia misto o singolo”, ha affermato, facendo riferimento alla possibilità che il sangue possa non essere esclusivamente della veggente. Inoltre, ha sottolineato che la Cardia potrebbe aver maneggiato e baciato la statua, rendendo difficilmente attribuibile il sangue alla statua stessa.
La Cardia ora rischia un possibile rinvio a giudizio, mentre la sua difesa continua a ribadire la necessità di ulteriori verifiche, chiedendo maggiore chiarezza sugli esiti delle indagini. La controversia sulla statua di Trevignano resta dunque aperta, con una continua tensione tra chi crede nei miracoli e chi considera questi eventi come una manipolazione.