Un episodio sconvolgente ha scosso la capitale: un uomo di 36 anni, di origine peruviana, è riuscito a evadere dagli arresti domiciliari e a commettere un nuovo stupro la stessa sera. L’uomo era già stato fermato per aver abusato di una ragazza immagine di 20 anni nei pressi di una discoteca romana, ma, anziché rimanere in custodia nella propria abitazione come disposto dalla magistratura, ha sfruttato il lasso di tempo prima dell’applicazione del braccialetto elettronico per colpire ancora.
La doppia violenza
L’uomo, noto nell’ambiente delle discoteche romane come promoter e impresario di ragazze immagine, era stato arrestato per la prima aggressione e posto ai domiciliari in attesa del dispositivo di sorveglianza elettronica. Tuttavia, la stessa sera dell’arresto, ha violato le restrizioni e si è introdotto in un altro locale da ballo, dove ha avvicinato una giovane donna. Con modi apparentemente affabili e sfruttando la sua esperienza nel settore dell’intrattenimento notturno, l’uomo è riuscito a guadagnarsi la fiducia della vittima, portandola in un luogo appartato per poi aggredirla sessualmente.
L’arresto e la detenzione definitiva
Le forze dell’ordine, allertate dopo la denuncia della seconda vittima, si sono messe immediatamente sulle tracce dell’uomo, rintracciandolo e arrestandolo nuovamente. Questa volta, però, la misura cautelare adottata è stata decisamente più severa: il 36enne è stato trasferito direttamente in carcere, senza possibilità di ulteriori evasioni.
L’episodio ha sollevato un’ondata di indignazione, mettendo in discussione l’efficacia delle misure di custodia cautelare, specialmente nei casi di reati gravi come la violenza sessuale. Le autorità stanno ora valutando se ci siano stati errori procedurali che abbiano consentito all’uomo di eludere la sorveglianza e compiere un altro crimine.
Nel frattempo, la comunità e le associazioni contro la violenza sulle donne chiedono maggiore rigidità nelle misure di sicurezza per prevenire episodi simili e proteggere le vittime da recidive così spaventose e inaccettabili.