Un nuovo capitolo si aggiunge al fitto mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. Un fascicolo depositato nel 2017 all’Archivio Centrale dello Stato, contenente documentazione legata al caso, si è rivelato completamente vuoto. L’annuncio arriva direttamente dal senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che ha confermato l’anomalia dopo un sopralluogo e un confronto con gli archivi.
Un ritrovamento sconcertante
Il fascicolo in questione era stato riversato dal Ministero dell’Interno all’Archivio Centrale nel 2017, in seguito alla direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti relativi alle stragi. Tuttavia, all’interno del fascicolo non si trova nulla, se non una copertina riportante l’intestazione del Ministero dell’Interno – Direzione Generale della Pubblica Sicurezza – e una sorta di sommario che elenca i documenti originariamente contenuti. Questi ultimi, però, risultano del tutto assenti.
Il ruolo della Commissione e le parole di De Priamo
La scoperta è avvenuta casualmente, grazie a Gian Paolo Pelizzaro, giornalista e consulente della Commissione, durante ricerche non collegate ai lavori ufficiali del gruppo d’indagine. “Pelizzaro ha rinvenuto una cartellina vuota legata al caso Orlandi e mi ha prontamente avvisato,” ha dichiarato il senatore De Priamo. “Ho verificato personalmente e posso confermare che il fascicolo, pur formalmente depositato, è privo di documentazione. Riuniremo l’Ufficio di Presidenza per stabilire i passi successivi, al fine di rintracciare i documenti mancanti e capire perché non siano stati inclusi nel versamento.”
De Priamo ha anche ringraziato la dottoressa Simona Greco, funzionaria dell’Archivio e responsabile della Sala Raccolte Speciali, per aver fornito un quadro dettagliato dell’iter che ha portato il fascicolo all’Archivio Centrale.
Un passato nebuloso
Secondo quanto ricostruito dalla dottoressa Greco, il fascicolo sul caso Orlandi faceva parte della documentazione del Ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP). I materiali erano stati ritrovati già nel 1996, durante ricerche sulla strage di Piazza della Loggia, in un deposito decentrato del Ministero situato sulla circonvallazione Appia, a Roma. Questo archivio custodiva documenti appartenenti a diverse divisioni, tra cui gli Affari Riservati, poi confluiti nell’UCIGOS (Ufficio Centrale per le Investigazioni Generali e per le Operazioni Speciali) e successivamente nella DCPP.
Tra i materiali riversati, il fascicolo indicato come “b. 369 Roma sott. 8 – Scomparsa di Emanuela Orlandi” includeva una copertina e tre fogli descrittivi degli atti originariamente contenuti, ma i documenti stessi risultano non pervenuti.
Gli interrogativi irrisolti
La scoperta solleva molte domande: che fine hanno fatto i documenti originari? Perché un fascicolo privo di contenuto è stato trasferito nel 2017 senza alcuna verifica? E soprattutto, quei documenti potrebbero contenere informazioni decisive per svelare la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi?
Mentre la Commissione d’inchiesta si prepara ad approfondire il caso, il ritrovamento alimenta ulteriormente i sospetti di insabbiamenti e lacune nella gestione degli archivi statali. La ricerca della verità, dopo quasi 40 anni, sembra ancora ostacolata da un fitto muro di misteri e omissioni.
