Rita Tulelli, criminologa e avvocato con un’esperienza consolidata nel campo del diritto penale, condivide con noi il suo punto di vista sull’integrazione tra le due professioni e le problematiche del sistema penale italiano. Dalla sua esperienza diretta nei tribunali e nei laboratori criminologici, Tulelli approfondisce l’importanza di un approccio multidisciplinare nella difesa e nella gestione dei reati, analizzando i fattori psicologici e sociali che influenzano i comportamenti criminali. Con la sua esperienza unica, ci offre uno spunto di riflessione su come migliorare la giustizia in Italia, unendo l’aspetto legale a quello criminologico, per affrontare le sfide attuali del nostro sistema giudiziario.
Avv. Rita Tulelli: Come è iniziato il suo percorso professionale nella criminologia e quali sono stati i momenti più significativi che l’hanno portata a diventare criminologa?
Il mio percorso nella criminologia è iniziato durante gli studi universitari in Giurisprudenza, quando mi sono appassionata alle materie penali e, in particolare, alla psicologia criminale. Ho approfondito queste tematiche attraverso corsi specifici e tirocini che mi hanno permesso di entrare in contatto diretto con il sistema penale e con professionisti del settore.
Qual è la differenza principale tra il lavoro di un criminologo e quello di un avvocato? Quali sono le sfide uniche che affronta come criminologa?
La differenza principale tra il lavoro di un criminologo e quello di un avvocato risiede nell’approccio al caso. L’avvocato si concentra sugli aspetti giuridici e sulla difesa legale del cliente, mentre il criminologo analizza il comportamento criminale, le motivazioni, e il contesto psicologico e sociale del reato. Una delle sfide più grandi come criminologa è mantenere l’obiettività e fornire analisi accurate basate su dati e osservazioni, senza lasciarsi influenzare dalle emozioni o dai pregiudizi.
Essere criminologa e avvocato allo stesso tempo le consente di avere una visione più ampia dei casi che segue? Come riesce a integrare le due professionalità?
Assolutamente sì. Le due professionalità si integrano perfettamente, permettendomi di avere una visione completa dei casi. Come avvocato, riesco a comprendere meglio le dinamiche processuali e le strategie difensive; come criminologa, posso offrire un’analisi approfondita del comportamento del soggetto coinvolto, delle sue motivazioni e dei fattori di rischio. Questo approccio multidisciplinare mi consente di costruire difese più efficaci e di valutare meglio le circostanze dei casi.
Quali competenze ritiene siano indispensabili per un criminologo e per un avvocato che lavora nel campo del diritto penale e della criminologia?
Le competenze fondamentali includono una solida conoscenza del diritto penale e procedurale, la capacità di analisi critica, e una buona preparazione in psicologia e sociologia. È essenziale anche sviluppare competenze comunicative e la capacità di ascolto, poiché spesso si ha a che fare con persone in situazioni difficili. Inoltre, è importante saper interpretare dati e rapporti criminologici e avere una buona capacità di sintesi per presentare le analisi in modo chiaro e comprensibile.
Dal suo punto di vista, quali sono le principali problematiche del sistema penale italiano? E come le sue conoscenze criminologiche potrebbero contribuire a risolverle?
Le principali problematiche del sistema penale italiano riguardano la lentezza dei processi, il sovraffollamento carcerario e la mancanza di un approccio rieducativo efficace. Le mie conoscenze criminologiche possono contribuire a promuovere un sistema che si concentri maggiormente sulla prevenzione e sulla rieducazione, piuttosto che sulla sola punizione. Attraverso l’analisi dei profili criminali, si possono individuare programmi di recupero personalizzati che riducano il rischio di recidiva.
Cosa pensa delle attuali politiche di riforma del sistema penale in Italia? Come vede l’integrazione tra la criminologia e il diritto penale nelle politiche pubbliche?
Le attuali politiche di riforma del sistema penale mostrano segnali positivi, ma c’è ancora molto da fare per rendere il sistema più efficiente e giusto. L’integrazione tra criminologia e diritto penale è fondamentale nelle politiche pubbliche per sviluppare strategie di prevenzione e intervento basate su evidenze scientifiche. La criminologia può offrire strumenti utili per comprendere le cause del crimine e per strutturare interventi che riducano il rischio di recidiva.
Qual è il ruolo della criminologia nella difesa di un imputato in un processo penale? Come si integra la criminologia nelle strategie difensive?
La criminologia ha un ruolo chiave nella difesa di un imputato, in quanto può fornire analisi dettagliate sulle motivazioni e sui fattori che hanno portato alla commissione del reato. Queste analisi possono essere utilizzate per contestualizzare le azioni dell’imputato e per presentare elementi a favore della sua difesa. Ad esempio, un criminologo può redigere perizie che dimostrino la presenza di disturbi psicologici o di fattori esterni che hanno influenzato il comportamento dell’imputato.
Quali sono, secondo lei, le sfide principali per i giovani criminologi e avvocati che vogliono intraprendere una carriera nel settore del diritto penale? E cosa consiglierebbe a chi è appena entrato nel campo?
Le sfide principali riguardano la competizione nel settore e la difficoltà di affermarsi come professionisti riconosciuti. Consiglio ai giovani di investire nella formazione continua, di partecipare a corsi di specializzazione e di creare una rete di contatti professionali. Inoltre, è importante mantenere un approccio etico e imparare a gestire le emozioni, poiché il lavoro nel diritto penale e nella criminologia può essere emotivamente impegnativo. Infine, consiglio di sviluppare un approccio multidisciplinare, combinando competenze legali con conoscenze criminologiche e psicologiche.