A cura di Daniele Cappa
Un nuovo sviluppo scuote la storia del Mostro di Firenze, il famigerato serial killer che terrorizzò la Toscana con una serie di efferati omicidi, culminati nell’uccisione di sedici persone tra il 1968 e il 1985. Alla Corte d’Appello di Genova è stata presentata una richiesta di revisione del processo che condusse Mario Vanni, noto come il “compagno di merende” di Pietro Pacciani, alla condanna all’ergastolo.
La notizia è stata resa pubblica dai legali del nipote di Vanni, il quale ha deciso di intraprendere questa battaglia legale per riaprire il caso. Mario Vanni, ex postino di San Casciano Val di Pesa, è morto nel 2009 all’età di 81 anni, ma la sua figura rimane centrale nella ricostruzione dei fatti legati agli ultimi quattro duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze.
Le tappe giudiziarie: condanne e controversie
Mario Vanni fu condannato nel cosiddetto “processo bis” insieme a Giancarlo Lotti, un altro uomo coinvolto nella vicenda. Entrambi furono ritenuti colpevoli per gli ultimi quattro duplici delitti attribuiti al Mostro: quelli di Montespertoli (1982), Giogoli (1983), Vicchio (1984) e Scopeti (1985). Durante il processo di appello, conclusosi nel 1999, Vanni ricevette una condanna all’ergastolo, nonostante il procuratore generale avesse richiesto l’assoluzione. Lotti, invece, fu condannato a 26 anni di reclusione.
Le sentenze furono poi confermate in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2000, chiudendo formalmente il caso giudiziario. Tuttavia, il dibattito pubblico e le teorie alternative non si sono mai sopite, alimentate da dubbi e interrogativi su prove, testimonianze e presunti coinvolgimenti di altri individui o organizzazioni.
La richiesta di revisione: le motivazioni
Secondo i legali del nipote di Mario Vanni, ci sarebbero nuovi elementi che potrebbero mettere in discussione la sentenza di condanna. La richiesta di revisione, depositata presso la Corte d’Appello di Genova, si basa presumibilmente su nuove prove o su una rilettura critica delle testimonianze e dei procedimenti precedenti.
Il caso di Vanni, come quello di Pacciani e Lotti, è stato spesso al centro di polemiche per l’affidabilità delle prove e per il peso dato alle dichiarazioni di alcuni testimoni chiave. In particolare, le confessioni di Lotti, giudicate contraddittorie e talvolta incoerenti, hanno sollevato perplessità sia tra i giuristi che nell’opinione pubblica.
Una vicenda senza fine
Il caso del Mostro di Firenze resta uno dei più complessi e controversi della storia giudiziaria italiana. Malgrado le condanne definitive, l’ombra del dubbio ha continuato ad aleggiare sui processi e sui protagonisti di questa drammatica vicenda. La richiesta di revisione del processo di Mario Vanni rappresenta l’ennesimo capitolo di una storia che sembra non voler mai giungere a una conclusione definitiva.
Il percorso per ottenere la revisione sarà lungo e articolato. La famiglia di Vanni spera di fare luce su quello che ritiene un grave errore giudiziario, cercando di restituire dignità alla memoria del loro congiunto. Intanto, l’interesse pubblico e mediatico per il caso non accenna a diminuire, segno che il Mostro di Firenze continua a esercitare un fascino oscuro e inquietante sull’immaginario collettivo.
