Con lo slogan “Gloria bravo pueblo“, ieri i venezuelani di tutto il mondo hanno risposto all’appello a scendere in piazza, rivendicando la vittoria dell’opposizione nelle elezioni presidenziali del 28 luglio 2024. Una giornata storica per il Venezuela e per tutti i suoi cittadini residenti all’estero, che si sono riuniti nelle principali città del globo per difendere la democrazia e la sovranità nazionale, contro un regime che da anni controlla il Paese con metodi autoritari.
La capitale venezuelana, Caracas, è stata il cuore pulsante di questa mobilitazione globale, con una partecipazione massiccia alla protesta pacifica, che ha visto in prima linea la leader dell’opposizione Maria Corina Machado. Dopo mesi di clandestinità a causa delle persecuzioni politiche subite, Machado è tornata in pubblico per sostenere la rivendicazione della vittoria dell’anti-chavista Edmundo González Urrutia, e per chiedere il rispetto della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Nonostante il clima di intimidazione imposto dal regime, con una presenza militare minacciosa e bande di incappucciati con camicie rosse che hanno cercato di soffocare la protesta, la mobilitazione è proseguita senza violenza. Tuttavia, la leader Maria Corina Machado è stata arrestata e poi, “presumibilmente”, rilasciata dalle forze dell’ordine durante il corso della giornata, in quello che molti hanno interpretato come un tentativo di intimidazione.
Il grido di “libertà” risuona forte anche al di fuori dei confini venezuelani, come a Napoli, in Italia, dove i venezuelani residenti hanno manifestato in Piazza del Plebiscito contro la dittatura rossa di Nicolás Maduro, che oggi, 10 gennaio 2025, giurerà nuovamente come presidente del Venezuela in parlamento. La sua conferma rappresenta il culmine di anni di oppressione e povertà per il popolo venezuelano, ma il movimento dell’opposizione non sembra intenzionato a fermarsi.
A Caracas, l’attesa cresce per l’arrivo di Edmundo González Urrutia, il presidente legittimo del Venezuela, che secondo quanto riportato dal regime di Maduro è oggetto di un mandato di cattura e di una taglia di 100.000 dollari per chiunque fornisca informazioni utili alla sua cattura.
La domanda che ora si pongono in molti è: cosa accadrà al “Bravo Pueblo”? Il Venezuela si avvia verso la fine della dittatura comunista di Maduro, che ha ridotto il Paese in miseria e decadenza, o assisteremo a una rinascita che potrebbe restituire al Venezuela il suo antico splendore e restituirgli il titolo di Paese più ricco del Sudamerica? Il futuro del Paese è più incerto che mai, ma la battaglia per la democrazia e per il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini venezuelani continua a infiammare le piazze e i cuori di tutti coloro che sognano un futuro migliore.