A cura di Ionela Polinciuc
Raffaele Lallo non è solo un promotore d’arte, ma un custode della cultura, un osservatore acuto delle trasformazioni sociali e un interlocutore imprescindibile per chi cerca di comprendere il rapporto tra arte, letteratura e contemporaneità. Con una visione che affonda le sue radici nell’amore per l’autenticità e nella capacità di scorgere il valore anche dove il mercato non guarda, Lallo è un sostenitore instancabile di artisti e scrittori che scelgono di rimanere fedeli alla propria ispirazione.
Nella sua analisi della società odierna, emerge un quadro complesso e affascinante: da una parte, il diffuso desiderio di benessere sociale che alimenta un’apparenza senza sostanza; dall’altra, un livello di alfabetizzazione più alto che non riesce però a tradursi in una reale emancipazione dai modelli imposti. Eppure, proprio in questa tensione, Lallo trova una strada, una speranza per la letteratura e l’arte contemporanea.
In questa intervista, il direttore della Off Gallery di Napoli condivide riflessioni e apre una finestra sui suoi progetti futuri, offrendo uno sguardo lucido e ispirato su ciò che significa creare e sostenere la cultura oggi.
Raffaele Lallo: Quali elementi della cultura contemporanea ritiene siano più influenti nella letteratura odierna?
Secondo il mio punto di vista due sono attualmente gli elementi più influenti: il primo lo individuo nel diffuso benessere sociale, ovvero l’idea di voler vivere sempre in una condizione di benessere anche quando non si hanno le adeguate possibilità, soprattutto economiche. Assistiamo infatti alle nuove generazioni vittime di una società che gli impone l’idea, e di conseguenza l’obbligo, di apparire a prescindere dal contenuto, e questo stride poi con l’altro elemento e cioè il livello di alfabetizzazione che è aumentato negli ultimi 30 anni, e nonostante ciò gran parte della società risulta essere sopraffatta dagli stereotipi imposti. Questo per dire che nonostante un livello culturale e di conoscenze elevato non proponiamo un modello adeguato, ma anzi in contrasto.
Come vedi il ruolo della tecnologia nella creazione e nella fruizione della letteratura contemporanea?
La tecnologia deve avere un ruolo fondamentale ma il problema, come dicevo, è che si impone un modello sbagliato soprattutto attraverso la tecnologia. Pensiamo ai social ed ai suoi maggiori fruitori. Anch’io attraverso la tecnologia cerco di promuovere le mie attività avvantaggiandomi delle possibilità che senza dubbio offre.
In che modo le questioni sociali e politiche attuali si riflettono nella letteratura contemporanea?
Secondo il mio parere dovrebbero avere maggiore spazio ma purtroppo come già detto si tende ad offrire, anche attraverso la letteratura contemporanea, dei temi di “facile consumo”.
Quali sfide affrontano oggi gli autori nel cercare di connettersi con il pubblico contemporaneo?
Le sfide sono innumerevoli ma il dubbio è sempre quello: proporre qualcosa che possa arrivare a tutti e quindi di facile fruibilità a discapito delle proprie idee, o si cerca, a prescindere della platea da raggiungere, di manifestare il proprio pensiero, la propria idea, ispirazione e visione.
In che modo il Menotti Art Festival contribuisce a promuovere la cultura contemporanea e quali opportunità offre agli artisti e agli scrittori?
L’ho conosciuto da poco e quello che mi ha colpito è proprio quello che ho appena detto, e cioè fa esprimere agli artisti e scrittori la propria idea senza dover per forza rispettare i cosiddetti paletti imposti dal mercato.
Quali sono i progetti in corso e quelli futuri?
I progetti in corso sono anche quelli futuri e cioè di promuovere l’arte contemporanea e dare visibilità a quegli artisti che hanno qualcosa da esprimere nelle proprie opere; è quello che cerchiamo di fare attraverso la Off Gallery di Napoli, oltre a far conoscere gli artisti storici e storicizzati.