Per evitare disagi nel settore dei trasporti in occasione dello sciopero nazionale del 29 novembre, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato un’ordinanza di precettazione. La misura, volta a ridurre l’agitazione sindacale a sole quattro ore, mira a garantire il funzionamento dei servizi essenziali, limitando l’impatto sull’utenza. Ma cosa comporta esattamente la precettazione, e quali sono le conseguenze per chi non rispetta l’ordinanza?
La precettazione è una misura straordinaria adottata dall’autorità competente per limitare o regolamentare lo svolgimento di uno sciopero. Questo strumento, previsto dalla legge n. 146 del 1990, bilancia due diritti fondamentali: da un lato, il diritto di sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione; dall’altro, il diritto dei cittadini a fruire di servizi essenziali legati alla salute, sicurezza, istruzione, comunicazione e libertà di circolazione.
Secondo la legge, la precettazione può essere adottata solo in presenza di un “fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente” per tali diritti costituzionali, derivanti dall’interruzione dei servizi pubblici essenziali. Questo pregiudizio deve andare oltre il semplice disagio, configurandosi come un rischio reale per la funzionalità e la sicurezza della collettività.
Il provvedimento può essere disposto dalla Commissione di Garanzia sugli Scioperi o, in situazioni di particolare urgenza, direttamente dal Presidente del Consiglio, da un Ministro delegato o dal Prefetto. La precettazione è adottata quando i tentativi di conciliazione tra le parti falliscono, e deve essere comunicata almeno 48 ore prima dell’inizio dello sciopero, salvo casi di emergenza.
Le misure contenute nell’ordinanza possono includere:
- la riduzione della durata dello sciopero;
- il differimento dell’agitazione;
- l’imposizione di livelli minimi di servizio;
- l’unificazione di scioperi proclamati separatamente.
Chi non rispetta le disposizioni della precettazione è soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie, che variano a seconda della gravità della violazione e della posizione del trasgressore.
- Per i singoli lavoratori: la sanzione va da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.000 euro per ogni giorno di mancata ottemperanza.
- Per le organizzazioni sindacali: le multe possono variare da 2.500 a 50.000 euro per ogni giorno di violazione, in base alla gravità delle conseguenze e alla consistenza economica dell’organizzazione.
Le sanzioni mirano a incoraggiare comportamenti che possono compromettere l’equilibrio tra il diritto di sciopero e la necessità di tutelare la collettività.
L’ordinanza di precettazione può essere impugnata davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Se il ricorso presenta motivazioni fondate, il TAR può sospendere temporaneamente l’efficacia del provvedimento, valutando il bilanciamento degli interessi in gioco.
La firma dell’ordinanza da parte del Ministro Salvini si inserisce in un contesto di scioperi ricorrenti nel settore dei trasporti, che spesso generano pesanti disagi per i cittadini. L’obiettivo dichiarato è garantire la continuità dei servizi essenziali, evitando quella che Salvini ha definito “l’ennesima giornata di caos”.