A cura di Ionela Polinciuc
Prima di tutto, bisogna sapere che i cibi ultraprocessati fanno ormai parte della nostra alimentazione quotidiana, rappresentando una quota considerevole del cibo consumato, specialmente nei paesi occidentali. Si tratta di alimenti prodotti industrialmente e ricchi di zuccheri, grassi e conservanti, che spesso si trovano in prodotti di largo consumo come bibite gassate, cereali per la colazione e carni lavorate. Tuttavia, non tutti gli ultraprocessati sono uguali: una recente ricerca su The Lancet ha identificato le categorie più rischiose per la salute e quelle relativamente meno dannose.
Lo studio, condotto su un campione di 200mila persone nell’arco di oltre 30 anni, ha evidenziato che una dieta ricca di cibi ultraprocessati è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Chi consuma regolarmente questi alimenti presenta un rischio maggiore del 16% di sviluppare malattie coronariche rispetto a chi ne fa un uso più contenuto.
I risultati indicano che alcune categorie di ultraprocessati sono particolarmente dannose. In particolare, le bibite zuccherate e le carni processate risultano i principali responsabili dell’aumento del rischio cardiovascolare. Bibite come succhi di frutta zuccherati e bevande gassate, insieme a carni come wurstel, bacon e insaccati, contengono elevati livelli di zuccheri, sodio e grassi saturi, che contribuiscono negativamente alla salute cardiaca.
Bisogna sapere che non tutti gli alimenti ultraprocessati sono però ugualmente pericolosi. Lo studio ha identificato alcuni prodotti come yogurt dolcificati, cereali per la colazione, gelati e snack salati che presentano rischi nutrizionali minori. Questi alimenti, pur essendo processati, possono contenere nutrienti utili come fibre, vitamine e minerali che, in parte, bilanciano i loro aspetti negativi. Ad esempio, i cereali integrali e alcuni tipi di pane industriale apportano fibre e vitamine del gruppo B, ma rimangono comunque alimenti da consumare con moderazione.
La pericolosità di un alimento ultraprocessato dipende dagli ingredienti utilizzati e dal tipo di lavorazione. Le carni processate, per esempio, sono ricche di sodio, grassi saturi e conservanti, mentre le bibite zuccherate contengono alte quantità di zuccheri privi di valore nutritivo. Questi fattori contribuiscono non solo al rischio cardiovascolare, ma anche all’insorgenza di obesità e diabete.
Per ridurre i rischi associati agli ultraprocessati, è fondamentale privilegiare cibi freschi e poco lavorati. Frutta, verdura, legumi, cereali integrali e frutta secca dovrebbero costituire la base di una dieta sana ed equilibrata. È altrettanto importante limitare il consumo di carni lavorate e bevande zuccherate, che rappresentano le categorie più dannose secondo lo studio.
Ebbene, è essenziale ricordare che la salubrità di un alimento non dipende solo dal livello di lavorazione, ma anche dalla sua composizione nutrizionale e dal contesto della dieta complessiva. Consumare cibi ultraprocessati con moderazione e prestare attenzione agli ingredienti è la chiave per mantenere uno stile di vita sano.
Questa ricerca ribadisce l’importanza di scelte alimentari consapevoli per proteggere la nostra salute a lungo termine, ponendo l’accento su un approccio equilibrato e informato al cibo