A cura di Anna Borriello
Gli appalti pubblici sono dei contratti di cui si avvale la Pubblica Amministrazione, per affidare a imprese terze la predisposizione di un servizio, la fornitura di un bene o, ancora, la costruzione di un’opera.
Per la sottoscrizione di questi contratti è necessario seguire procedure specifiche, disciplinate soprattutto dal Codice dei Contratti Pubblici, ovvero il D.Lgs. 36/2023. Ma come funzionano?
- Cosa sono gli appalti pubblici
- Come funzionano gli appalti pubblici
- Come vengono assegnati gli appalti pubblici
- Cosa cambia il Codice Appalti 2024
Cosa sono gli appalti pubblici
Capita di sovente che la Pubblica Amministrazione abbia bisogno di avvalersi di imprese terze, appartenenti al settore privato, per soddisfare le sue necessità. Per poter affidare lavori a questi soggetti terzi, è necessario ricorrere a procedure specifiche, attraverso un appalto pubblico.
Pexels
Il significato di appalto pubblico è abbastanza semplice: si tratta di un contratto, come visto disciplinato dal D.Lgs 36/2023, con il quale viene affidato a una o più imprese la costruzione di un’opera, la predisposizione di un servizio o la fornitura di un bene.
Quali sono le tre tipologie principali di appalti pubblici
Esistono diverse tipologie di appalti pubblici di cui la Pubblica Amministrazione si può avvalere. In linea generale, si identificano tre grandi gruppi, come già accennato nel precedente paragrafo:
- gli appalti per opere, ovvero lavori pubblici che possono prevedere la costruzione, la manutenzione, la ristrutturazione o la modifica di opere edili, strade, impianti e via dicendo;
- gli appalti per servizi di cui la Pubblica Amministrazione ha bisogno, sia per soddisfare le richieste dei cittadini – ad esempio, i servizi di trasporto – sia per le proprie necessità di gestione, come quelli di pulizia o di consulenza;
- gli appalti per forniture, ovvero di tutta quella componentistica necessaria alla Pubblica Amministrazione, sia per la propria gestione che per i cittadini, come mobili, prodotti di cancelleria, strumenti informatici e molto altro ancora.
Come funzionano gli appalti pubblici
Per poter affidare lavori, servizi o la fornitura di beni a soggetti terzi, la Pubblica Amministrazione deve seguire procedure specifiche, previste appunto dal già citato Codice dei Contratti Pubblici. È infatti necessario che lo stesso appalto venga prima pianificato e poi affidato, e infine realizzato, seguendo delle precise fase.
Quali sono le 4 fasi fondamentali degli appalti pubblici
Generalmente, sono quattro le fasi fondamentali della gestione degli appalti pubblici, anche se alcune di queste possono essere scorporate in più passaggi:
- la programmazione: in questa fase, la Pubblica Amministrazione definisce i suoi fabbisogni, le tempistiche necessarie per provvedervi e i costi che è in grado di gestire. In genere, viene elaborato un Programma Triennale dei Lavori Pubblici e un Programma Biennale degli Acquisti;
- la progettazione: questa fase permette di definire i progetti che andranno a convogliare nell’appalto, tramite la definizione di tre passaggi distinti. È infatti necessario procedere con il progetto di fattibilità, il progetto definitivo e il progetto esecutivo;
- l’affidamento: in questa fase l’ente pubblico seleziona il soggetto terzo – ovvero, l’operatore economico – che materialmente realizzerà l’appalto. La scelta del soggetto a cui verrà affidato l’appalto può avvenire tramite gare pubbliche o affidamenti diretti, in base a quanto definito dalla legge per la tipologia e il valore del contratto;
- la realizzazione e il collaudo: infine, una volta affidato l’appalto, parte la fase operativa in cui materialmente si realizzano i lavori, si forniscono i servizi o si consegnano i beni. Dopodiché, con la fase di verifica e collaudo finale, si controlla la conformità di quanto eseguito o fornito con gli accordi specificati nel contratto.
Come vengono assegnati gli appalti pubblici
La normativa sugli appalti pubblici prevede che questi possano essere assegnati seguendo diverse modalità, come già visto in base alla tipologia di contratto e al valore dello stesso. Di norma, è possibile avvalersi:
- dell’affidamento diretto, per contratti di fornitura e servizi fino a 143.000 euro, come da nuova soglia 2024 per le autorità centrali, e lavori fino a 150.000 euro. Pur non essendoci una gara, l’ente appaltante deve rispettare la trasparenza dell’affidamento e il principio di rotazione fra i soggetti a cui viene affidato l’appalto;
- della procedura negoziata senza bando, con la quale la Pubblica Amministrazione può consultare direttamente un numero selezionato di operatori economici. È prevista per forniture e servizi tra 143.000 e 221.000 euro (per stazioni appaltanti sub-centrali), per lavori tra 150.000 e 1.000.000 di euro con consultazione di almeno 5 operatori economici e tra 1.000.000 di euro e 5.538.000 euro con la consultazione di almeno 10 operatori economici;
- della gara pubblica, per lavori oltre 5.538.000 euro e servizi e forniture oltre 215.000 euro.
Pexels
Si ricorda che le soglie sono state aggiornate il primo gennaio 2024, come da ciclo biennale di revisione europea. Ma come ci si aggiudica un appalto pubblico, ad esempio in presenza di una gara pubblica? I criteri di assegnazione sono principalmente due:
- l’offerta economicamente più vantaggiosa, il criterio preferenziale di assegnazione, ovvero quella che garantisce il miglior rapporto tra qualità e prezzo;
- l’offerta dal minor prezzo, possibile per servizi e forniture che hanno caratteristiche di mercato standardizzate.
Quali sono gli appalti sotto soglia
Ma cosa si intende quando si sente parlare di appalti sotto soglia? In questo caso, ci si riferisce a delle tipologie di appalti europei e italiani che rimangono al di sotto di alcuni limiti di valore, definiti dalla Direttiva Europea 2014/24/UE, recepita sempre dal Codice dei Contratti Pubblici, già dalla sua precedente versione con il D.Lgs. 50/2016.
Si considerano generalmente appalti sotto soglia quelli che, rispetto agli aggiornamenti 2024, sono:
- sotto ai 221.000 euro per forniture di beni e servizi;
- sotto ai 5.538.000 euro per i lavori pubblici.
Come visto nel precedente paragrafo, per questa tipologia di appalti è possibile procedere all’affidamento diretto o alla procedura negoziata senza bando, a seconda del loro valore.
Cosa cambia il Codice Appalti 2024
Con il già citato D.Lgs. 36/2023 si è aggiornato il Codice Appalti – meglio noto Codice dei Contratti Pubblici – rispetto alla precedente definizione del D.Lgs. 50/2016. L’intervento normativo ha voluto concentrarsi principalmente sul miglioramento di quattro aree:
- la digitalizzazione delle procedure, affinché gli appalti pubblici vengano digitalizzati e risultino più trasparenti. A questo scopo, è stato ad esempio incoraggiato il ricorso al MePA, il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, per favorire l’incontro tra la domanda della stessa Pubblica Amministrazione e l’offerta delle imprese;
- la riduzione dei tempi di aggiudicazione, grazie alle nuove procedure accelerate per alcuni appalti sotto soglia o in presenza di urgente;
- la maggiore attenzione alla sostenibilità, con l’introduzione di alcuni criteri per il rispetto di standard ambientali minimi e l’adozione di materiali a basso impatto per i lavori pubblici;
- l’incrementato ruolo dell’ANAC, ovvero dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, con maggiori poteri di vigilanza per monitorare la correttezza e la trasparenza degli appalti.
Con il nuovo Codice degli Appalti, in definitiva, si migliora la trasparenza degli stessi in tutte le fasi, si rafforzano i criteri stabiliti dalle normative europee e si provvede alla digitalizzazione dei processi, quando possibile.