Durante il recente convegno nazionale “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario”, promosso dall’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma, il noto epidemiologo Franco Berrino ha lanciato un messaggio chiaro e urgente: siamo circondati da sostanze tossiche, molte delle quali contribuiscono all’insorgenza di tumori e leucemia. Secondo Berrino, queste sostanze non sono solo le più ovvie, come fumo e alcol, ma comprendono un vasto assortimento di composti chimici presenti nel nostro ambiente. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ne ha identificati 126 come sicuramente cancerogene per l’uomo, tra cui polveri sottili, metalli pesanti, pesticidi e radiazioni ionizzanti, mentre altre 416 sono considerate probabilmente o possibilmente cancerogene, tra cui anche il controverso glifosato ei Pfas, sostanze presenti in prodotti di uso comune, nel cibo e nell’acqua.
Berrino sottolinea come questa “invasione” di sostanze tossiche ricche di difese consapevoli e uno stile di vita informato. In particolare, evidenzia il rischio legato alla plastica, trattata con ftalati e bisfenolo A (Bpa), elementi chimici che interferiscono con il sistema endocrino e possono causare sterilità e altri problemi riproduttivi. Per evitare tali rischi, si consiglia di non riscaldare il cibo in contenitori di plastica, poiché il calore aumenta il rilascio di composti perfluorurati, come i Pfas, utilizzati per rendere impermeabili gli imballaggi alimentari e le stoviglie monouso. Attenzione va posta anche all’uso di padelle antiaderenti in teflon, che andrebbero sostituite se inizieranno a deteriorarsi, e alla scelta della carta da forno senza bisfenolo A, una sostanza vietata nei biberon ma ancora presente in molti utensili. Berrino mette in guardia anche dalle lattine che contengono bevande e legumi, spesso rivestite internamente con pellicole contenenti Pfas, consigliando di scegliere preferibilmente contenitori in vetro.
L’esperto critico anche l’industria farmaceutica, denunciando l’uso di coloranti artificiali nei farmaci, spesso cancerogeni, introdotti unicamente per rendere più appetibili e riconoscibili le pillole. Secondo Berrino, questa scelta estetica non tiene conto dei potenziali effetti tossici, tradendo l’idea stessa di salute che dovrebbe essere alla base del settore farmaceutico.
Un altro tema cruciale è quello alimentare: Berrino invita a scegliere cibi non contaminati dai pesticidi, preferendo quelli biologici. Consiglia inoltre di orientarsi verso cereali integrali, come riso, orzo, farro, insieme a legumi e verdure, e di riscoprire frutta secca come noci e mandorle, nutrienti e, contrariamente a quanto si pensa, non causa di aumento di peso. L’epidemiologo esorta anche a ridurre il consumo di carne, sia per la salute individuale sia per il pianeta. La produzione intensiva di carne, spiega, contribuisce in modo significativo all’inquinamento ambientale e rappresenta un rischio per la salute.
Riguardo al costo dei prodotti biologici, Berrino osserva che gli alimenti da agricoltura biologica e biodinamica richiedono effettivamente una spesa maggiore, ma acquistando cibi semplici e di stagione si può risparmiare, evitando lavorazioni eccessive e prediligendo ingredienti come cereali, legumi e verdure.
Un’altra difficoltà frequente, prosegue l’esperto, è la mancanza di tempo per cucinare cibi freschi e sani, che porta molti a scegliere alimenti già pronti, spesso più costosi e meno nutrienti. Berrino conclude con un invito all’organizzazione: pianificare pasti semplici può aiutare non solo a risparmiare denaro, ma soprattutto a guadagnare in salute, difendendosi dai rischi derivanti dall’esposizione quotidiana a questi “veleni” moderni.