13 Ottobre 2024, domenica
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Medio Oriente in fiamme: Missile Hezbollah su Tel Aviv, Israele pronto a invadere il Libano

A cura di Ionela Polinciuc

Israele risponde agli attacchi, mentre la diplomazia internazionale cerca di evitare una guerra su vasta scala

Il conflitto in Medio Oriente continua ad intensificarsi, con Israele e Hezbollah coinvolti in uno scontro che sembra avvicinarsi a un punto di non ritorno. Nella giornata del 25 settembre, il gruppo libanese Hezbollah ha lanciato un missile balistico “Qader 1” verso una base del Mossad, l’agenzia di spionaggio israeliana, situata nei pressi di Tel Aviv. Il missile è stato intercettato dalle forze israeliane prima di raggiungere il suo obiettivo, ma l’episodio segna una pericolosa escalation nelle tensioni tra le due parti.

Il capo dell’esercito israeliano ha rivolto parole inequivocabili alle sue truppe, annunciando la possibilità imminente di un’invasione di terra nel sud del Libano. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare”, ha dichiarato, lasciando intendere che l’esercito israeliano è pronto a portare il conflitto a un livello superiore. La strategia israeliana, finora, ha seguito il modello utilizzato nel conflitto con Gaza: bombardamenti prolungati per preparare il terreno a un’offensiva di terra e la mobilitazione di riservisti. Due brigate sono già state dispiegate nel nord del Paese, mentre ai civili è stato chiesto di evacuare i villaggi lungo il confine.

Hezbollah ha risposto con forza agli attacchi israeliani, lanciando razzi contro la Galilea e per la prima volta un missile balistico verso Tel Aviv, causando allarme in tutta la regione. Le sirene hanno suonato fino a un centinaio di chilometri dal confine, mentre la città è rimasta sotto la minaccia di un’escalation militare senza precedenti.

Le forze aeree israeliane, dal canto loro, hanno colpito oltre 2000 obiettivi di Hezbollah in soli tre giorni, tra postazioni militari e infrastrutture strategiche. Gli attacchi sono una risposta diretta al lancio del missile e agli attacchi con razzi che hanno colpito diverse aree del nord di Israele.

Sul fronte diplomatico, la situazione appare altrettanto critica. Durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, le principali potenze mondiali stanno cercando di mediare per evitare un conflitto su vasta scala. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che una guerra in piena regola nel Medio Oriente “è possibile”, sottolineando la gravità della situazione. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato segnali di apertura per un negoziato di tregua in Libano, sotto la mediazione di Stati Uniti e Unione Europea.

Tuttavia, mentre i colloqui proseguono, la situazione sul campo rimane tesa. Washington ha già deciso di inviare rinforzi militari a Cipro, dimostrando la crescente preoccupazione per l’evoluzione del conflitto.

Mentre il mondo guarda con apprensione, il Medio Oriente sembra sull’orlo di una guerra su vasta scala. Con Hezbollah e Israele che continuano a scambiarsi colpi e la diplomazia che fatica a trovare un accordo, il rischio di una devastante escalation militare è più alto che mai.

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