A cura di Ionela Polinciuc
In un panorama giuridico complesso e spesso lacunoso, l’avvocato Bozzelli ha deciso di affrontare un tema cruciale e poco esplorato: le cartolarizzazioni. Nel suo nuovo libro, “Cartolarizzazioni: Manuale Teorico-Pratico per il Giurista”, Bozzelli offre un approccio dettagliato e rigoroso, destinato a colmare le gravi lacune riscontrate nel trattamento dei rapporti di debito e credito trasferiti tramite cessioni di credito in blocco. In questa intervista, l’autore spiega le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il manuale, il pubblico a cui si rivolge e le principali sfide che i giuristi incontrano nelle operazioni di cartolarizzazione.
Avv. Bozzelli, cosa l’ha spinta a scrivere “Cartolarizzazioni: Manuale Teorico-Pratico per il Giurista”? Ha riscontrato una specifica lacuna nel panorama giuridico che desiderava colmare?
Esattamente, nello svolgimento della mia attività professionale, ho riscontrato gravi lacune, sia da parte degli avvocati che da parte dei magistrati, quando si deve discutere e decidere in relazione ai rapporti di debito e di credito trasferiti in base a cessioni di credito in blocco, mediante operazioni di cartolarizzazione. Appena nasce una difficoltà, non sono più le banche a richiedere il pagamento dei crediti da finanziamento, ma piccole società private, che appartengono a gruppi finanziari e fondi speculativi internazionali: il denaro degli italiani che viene recuperato dalla liquidazione del patrimonio immobiliare a garanzia dei crediti sorti in Italia sta prendendo la via dei paradisi fiscali. In pratica i fondi stanno comprando l’Italia sottocosto e li si lascia fare, anzi si agevola questo sistema: qui non resta più nulla. Nelle aule in cui dovrebbe applicarsi la Giustizia, vi è molta confusione (oltre all’affollamento): si predilige troppo spesso la celerità dei processi all’approfondimento delle questioni giuridiche; si antepongono le ragioni dell’economia nazionale e gli interessi del sistema bancario alla verifica dei diritti di tutte le parti in causa. Anche la Cassazione non si sottrae alla preferenza della speditezza dei traffici e della riduzione del contenzioso, rispetto all’applicazione delle garanzie di legge. Rivendico la prevalenza della dottrina e degli studi giuridici, rispetto alla pratica forense e alla produzione giurisprudenziale.
Il suo libro è indirizzato principalmente a studenti di giurisprudenza, avvocati già affermati nel settore, o ad un pubblico più ampio? Quali lettori pensa ne trarranno maggior beneficio?
Innegabilmente, gli avvocati e i magistrati — che si occupano di espropriazioni immobiliari che derivano da credito cartolarizzato e di opposizioni a decreti ingiuntivi o all’esecuzione — sono i principali interessati alle materie trattate nel volume. Ma anche gli ausiliari del giudice, custodi e i delegati alle vendite. Suggerisco a tutti i giovani in generale di studiare, di investire già i primi compensi nell’acquisto di testi giuridici e di approfondire le materie prima di lanciarsi nell’applicazione pratica, mediante redazione di atti giudiziari. Studiare e approfondire i testi giuridici e i commenti degli autori rappresenta necessariamente un antecedente logico e culturale rispetto all’attività pratica, sia della produzione degli atti da parte dei difensori, che delle pronunce da parte dei giudici. Il taglio operativo è dato da una serie di “eccezioni difensive” che il difensore del debitore può proporre per costringere alla verifica dei propri diritti, che spesso non sono sorvegliati attentamente (come si dovrebbe) dal giudice, per ragioni cui posso accennare. Ma il libro non è destinato esclusivamente al difensore del debitore: esso rappresenta gli esiti di uno studio che il giurista — magistrato, avvocato o studioso — troverà utile, ragionando senza partito preso, alla ricerca della soluzione giuridicamente più fondata.
Può darci una panoramica della struttura del libro? Quali sono i principali argomenti trattati e come ha deciso di organizzarli per facilitare la comprensione del lettore?
Solo per fare alcuni esempi delle questioni affrontate nel libro, si parte dalla considerazione che i crediti irrecuperabili (o probabilmente irrecuperabili: UTP, unlikely to pay) vengono normalmente ceduti in blocco: ovvero il debitore non riesce agevolmente a identificarsi nella massa dei crediti ceduti. La notizia della cessione appare sulla Gazzetta Ufficiale e questo alla maggior parte degli operatori del diritto appare sufficiente, per far sapere a tutti che sia stato concluso un contratto di cessione. Eppure, la Cassazione ha chiarito da tempo che questo non basta al creditore e per consentirgli di agire per il recupero del credito che fu della banca: sono necessari ulteriori adempimenti, che spesso i giudici in merito dimenticano di verificare. Inoltre, spesso si assiste ad azioni proposte da società di recupero credito che possono agire solo in via stragiudiziale, in forza di una licenza amministrativa rilasciata dal Prefetto, mentre la legge riserva espressamente le attività di recupero crediti cartolarizzati a banche e intermediari finanziari iscritti negli albi e vigilati da Banca d’Italia. Tra le buone prassi bancarie, stabilite dall’autorità di vigilanza, vi è anche la possibilità di esternalizzare alcuni servizi, cioè delegare a soggetti esterni lo svolgimento di alcune funzioni bancarie, ma ciò non consente di delegare a terzi le attività che la legge riserva esclusivamente a banche e finanziarie iscritte negli albi (perché ogni prassi, per quanto “buona” non può mai contravvenire alla legge).
Come ha bilanciato gli aspetti teorici con quelli pratici nel suo libro? Potrebbe fornire un esempio di un concetto teorico che ha tradotto in un caso pratico concreto?
La corretta impostazione giuridica si fonda sulla lettura, interpretazione ed eventualmente contestazione del contenuto dei contratti di cessione dei crediti, che però non vengono mai esibiti. Una prima soluzione è ottenerne l’acquisizione nel processo, con i vari strumenti procedurali che già esistono. Infine, sono presenti alcuni esempi pratici. Ad esempio, non basta la notizia della cessione del credito o il rinvio a un sito web o una semplice dichiarazione per dimostrare che la società cessionaria è titolare del credito ceduto. Nel libro sono affrontate, sotto il profilo dell’esperienza processuale contenziosa, le questioni relative all’inclusione o meno di tutti i privilegi e delle garanzie collegate al finanziamento, tra quelle che vengono automaticamente cedute a chi acquista il credito; la verifica delle regole di efficacia delle cessioni in blocco dei crediti; le eccezioni relative ai crediti ceduti; le caratteristiche e attività riservate al Servicer (banche e intermediari finanziari che gestiscono e incassano i crediti cartolarizzati); i limiti e regole del recupero dei crediti cartolarizzati. Inoltre — occupandomi anche di antiriciclaggio e responsabilità degli enti — ho esposto anche le connessioni con altre normative, privacy e antiriciclaggio, per aiutare l’operatore a districarsi tra titolarità effettiva dell’ente ed effettiva titolarità dei crediti ceduti. Non ho inteso vantarmi dei risultati professionali raggiunti, piuttosto ho indicato percorsi giuridici per arrivare alla soluzione obiettiva del caso.
Quali sono le principali normative e regolamentazioni che analizza nel libro? Ci sono leggi o regolamenti recenti che i giuristi devono tenere particolarmente in considerazione?
La legge sulla cartolarizzazione (n.130 del 1999) è una legge speciale, che si inserisce nell’impianto normativo generale del codice civile e poi nel sistema delle norme di diritto bancario di cui al Testo unico (d. lgs. n. 385 del 1993, art. 58). Alcuni criteri sono chiari e fondamentali: si agevola la circolazione dei crediti bancari e si ripuliscono i bilanci delle banche dalle passività, mediante una forma di vendita semplificata, che però ha le sue regole, che vanno seguite. Le banche e le finanziarie che non ricevono regolarmente i pagamenti, cedono i propri crediti (NPL: non performing loans) a società private che pagano circa tra il 25 e il 40% del valore, secondo Banca d’Italia); queste poi tentano di recuperare l’intero importo del credito, maggiorato di interessi e spese, quindi il 110-120% e anche più. Spesso la vendita non è reale (true sale) e il credito rimane “in pancia” a chi lo ha ceduto sulla carta. UE ha tentato di porre un argine a tali prassi speculative: il regolamento Cartolarizzazioni (UE) 2017/2402 ha introdotto una disciplina uniforme a livello unionale per le cartolarizzazioni, definendo le cartolarizzazioni veritiere, come semplici, trasparenti e standardizzate (dal 1° gennaio 2019). Successivamente, è intervenuto con modifiche il Regolamento (UE) 2021/557, che ha dettato regole specifiche per le cartolarizzazioni di attività deteriorate e per le cartolarizzazioni c.d. sintetiche o nel bilancio. Il d.lgs. 3 agosto 2022, n. 131 ha apportato modifiche al d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico della finanza) per adeguare l’ordinamento nazionale alle previsioni del Regolamento Cartolarizzazioni. Esiste poi una serie di Regolamenti UE di esecuzione di cui tenere conto : insomma, tra regolamenti e direttive unionali, la legge speciale italiana n.130, il testo unico bancario, e prassi di Bankitalia e i decreti ministeriali, il giurista deve tenere in considerazione un coacervo di norme, tra le quali è difficile districarsi. Abbiamo cercato di fare chiarezza.
Quali sono le principali sfide che i giuristi incontrano nelle operazioni di cartolarizzazione e come il suo libro può aiutarli a superarle efficacemente?
La produzione giurisprudenziale sul tema è influenzata da diversi fattori, che diventano preponderanti rispetto alle esigenze di Giustizia: interesse dell’economia nazionale, tutela del sistema creditizio (specie nei governi tecnici degli ultimi anni), celerità dei procedimenti e smaltimento dell’arretrato. La necessaria attenzione ai principi basilari del diritto non si rinviene in relazione a chi si propone come titolare di crediti cartolarizzati ed espropria famiglie e imprese. Spesso si assiste ad azioni proposte da società di recupero credito che possono agire solo in via stragiudiziale, in forza di una licenza amministrativa rilasciata dal Prefetto, mentre la legge riserva espressamente le attività di recupero crediti cartolarizzati a banche e intermediari finanziari iscritti negli albi e vigilati da Banca d’Italia. Tra le buone prassi bancarie, stabilite dall’autorità di vigilanza, vi è anche la possibilità di esternalizzare alcuni servizi, cioè delegare a soggetti esterni lo svolgimento di alcune funzioni bancarie, ma ciò non consente di delegare a terzi le attività che la legge riserva esclusivamente a banche e finanziarie iscritte negli albi (perché ogni prassi, per quanto “buona” non può mai contravvenire alla legge). In effetti, anche chi non riesce a pagare il proprio debito ha dei diritti, che devono essere rispettati, quand’anche fosse colpevole di inadempimento: questo dovrebbe avvenire in uno Stato di diritto, in cui concediamo la tutela difensiva anche a un reo confesso.
Qual è l’impatto che spera che “Cartolarizzazioni: Manuale Teorico-Pratico per il Giurista” avrà sulla comunità giuridica e sul mercato delle cartolarizzazioni? Ha già ricevuto feedback da lettori o colleghi riguardo all’utilità del manuale?
Applicando correttamente la normativa in vigore, larga parte del contenzioso potrebbe essere evitato, con notevoli risparmi di tempo e di denaro, nonché con la tutela dei diritti di tutti, dei creditori ma anche dei debitori. Nella mia attività professionale ho verificato che la mancanza di approfondimento degli istituti di base provoca la maggiore parte dei danni: i miei maestri mi hanno insegnato che una brutta sentenza del giudice è frutto spesso di una pessima domanda dell’avvocato. Mi auguro che l’editore e le riviste specializzate vorranno creare occasioni di incontro e di confronto sulla materia, anche con altri autori, affinché del problema dell’applicazione delle regole (tutte, non solo quelle a tutela del creditore e dell’interesse del sistema bancario) se ne parli con il dovuto approfondimento delle tematiche di dottrina e dei precedenti giurisprudenziali. Mi aspetto anche che si discuta preventivamente della supremazia del diritto eurounitario rispetto a quello interno, prima che la Corte di giustizia UE non bacchetti nuovamente i giudici nazionali e il governo italiano per la mancata applicazione di tutele effettive nei confronti dei consumatori. Mi aspetto anche che la normativa antiriciclaggio venga applicata in tutti i settori (non solo costringendo gli Studi professionali, specie notarili, all’applicazione della legge e alle pesantissime sanzioni), incluso quello della cartolarizzazione, che secondo i dati del Ministero della giustizia, dell’Interno e degli Organismi investigativi e giudiziari è un settore ampiamente infiltrato dalla criminalità, tramite fondi speculativi internazionali opachi. La legge insomma sia uguale per tutti!