3 Maggio 2024, venerdì
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”Hippie Leader Ship Drive LSD”: Un libro che ti aiuta a capire come aprire la mente

A cura di Ionela Polinciuc

In un mondo ideale le parole e le azioni di una persona si dovrebbero allineare perfettamente, ma nella realtà ciò non sempre accade.

La frase ”Chi sogna non muore mai”, perché non dispera mai. Sognare significa sperare, ci invita a riflettere sulla forza e l’importanza dei sogni nella nostra vita. Chiunque pronuncia questa frase, sottolinea che il sogno permette di mantenere viva la speranza, di non cadere nella disperazione.

Sognare non è sbagliato, anzi, può essere una fonte di ispirazione e motivazione per agire. Tuttavia, è importante anche prendere azioni concrete per realizzare i nostri sogni e obiettivi. Non avere paura di metterti in gioco e di fare ciò che serve per raggiungere ciò che vuoi nella vita. Ricorda che ogni passo conta e che ogni giorno è un’opportunità per avvicinarsi ai propri sogni.

L’inconscio contiene desideri, impulsi e memorie repressi che possono emergere attraverso i lapsus verbali, i sogni e gli atti mancati. L’incoerenza potrebbe essere vista come un’indicazione di una lotta tra le forze inconsce e i meccanismi di difesa dell’io che cercano di sopprimerle. Perché?

Al riguardo, abbiamo intervistato il Prof. Marco Grappeggia – autore del libro Hippie Leader Ship Drive LSD. Un libro che ti aiuta a capire come puoi esercitarti ad aprire la mente.

Prof. Grappeggia: Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
L’idea di scrivere questo libro nasce dal riprendere un movimento hippie abbandonato, conosciuto e interpretato in forma sbagliata rispetto al grande ruolo che ha avuto per il concetto di libertà e integrazione. La forza degli hippie è racchiusa nelle loro idee, tant’è che nessuna generazione dopo di loro ha saputo portare avanti i propri ideali con quella ferma decisione. Quando pensiamo a quegli anni ci immaginiamo dei ragazzi che non facevano nulla tutto il giorno se non fumare e strimpellare la chitarra, eppure questa visione non li rappresenta, ma distorce quello che in realtà hanno fatto. La loro influenza non è rimasta dentro dei confini ma si è estesa in tutto il mondo fino a coinvolgere arti espressive disparate. Detto questo è importante sottolineare che il solo fatto di avere un’idea seppur buona non è sufficiente perché occorre mettere in moto una serie di cose che poi vanno a produrre un cambiamento tangibile dentro e fuori di noi.

Ma come si può compiere quel primo, apparentemente lunghissimo,
passo fra l’immagine e l’azione concreta, fra il dire e il fare?

Immaginare, sognare, fantasticare, sono parole belle, che ci disegnano un sorriso ma
sono anche delle sabbie mobili. Ed è proprio qui che sta l’inganno o meglio l’illusione che continuiamo a raccontarci. Immaginiamo una persona che sogna di eccellere nella
pallacanestro, chiude gli occhi e si immagina come il protagonista di partite eccezionali, poi li riapre e si ritrova davanti una realtà senza applausi. Questo cosa significa, che è sbagliato sognare? Non è sbagliato sognare se si agisce, se si cerca di “fare” quei piccoli passi verso il sogno/obiettivo, se diversamente ci si crogiola in una manciata di sensazioni ci si ritroverà a farsi solo del male, perché prima o poi emergerà il senso di realtà accompagnato dalla frustrazione e dal fallimento. Ed è proprio per questi che credo che tra il dire e il fare ci sia sempre la parola cominciare, quando si fa questo primo passo e come se si schiacciasse un interruttore di una lampadina, dove dal buio si passa alla luce, si inizia a vedere. Tutto questo è possibile grazie anche a un altro elemento la consapevolezza, solo quando si è veramente consapevoli ogni cambiamento diviene possibile.

Se invece andiamo verso l’immaginario che oggi ci viene costruito
intorno, una fotografia focalizzata su stereotipi negativi, su una narrazione
che sempre più spesso scoraggia i pensieri positivi presentando come
predominante ciò che di brutto c’è al mondo e dimenticando sempre di dire
che c’è anche tanta bellezza!?

Il mondo, la realtà e persino noi siamo formati da una dualità, la realtà è bella e brutta in quanto è formata da due lati della stessa medaglia, come persone sappiamo che c’è questo lato di luce ma che ce n’è anche uno oscuro. Per vivere bene dobbiamo saper orientare la nostra visione, sapendo che questi lati coesistono in ogni cosa. Non può esistere una società che è sempre felice, come non esiste una persona che è perennemente felice, sarebbe pura utopia sostenere una tale affermazione. Noi come persone siamo quello che siamo grazie ai giorni bui e a quelli di luce, abbiamo tratto nutrimento dall’esperienza e per crescere ci orientiamo verso il futuro, seguendo ciò che è tangibile e realizzabile e lasciando alla fantasia tutto quello che è pura utopia.

Forse la libertà fa paura?
Tutti osannano la libertà, ma in realtà è più facile non scegliere che operare una scelta. La libertà fa paura perché implica una scelta e per fare quel passo ci vuole coraggio e impegno. Quando diversamente decidono gli altri non ci vuole coraggio, ci si limita a seguire il gregge per poi ritrovarsi a “belare” delle proprie lamentele.
La libertà fa paura perché è sinonimo di impegno, quando un uomo è libero di poter
scegliere, si assume la responsabilità delle proprie decisioni in quanto la libertà ci porta verso nuove responsabilità. Questa parola si deve sempre accompagnare dalla libertà di scelta, altrimenti non ci si può definire liberi ma solo condizionati.
La paura è un emozione affine alla vita stessa, senza la paura probabilmente l’essere
umano non si sarebbe evoluto; pertanto, è utile sperimentarla perché sarà quel brivido che ci permetterà di fare un passo verso la versione, migliore di noi stessi.

Perché la nostra mente non può accettare tutto?
La mente intesa come organo può accettare qualsiasi cosa da un certo punto di vista, ma è chiaro che non si riesce ad accettare sempre tutto e questo è dovuto ai blocchi che provengono dalle nostre radici, dalla cultura, dall’esperienza, ed è per questa ragione che il passato va riconosciuto ma poi dev’essere lasciato andare perché non possiamo vivere in un tempo che non esiste. L’accettazione presuppone una forte e chiara presa di coscienza, questo passo ci permette di cresce e di agire, avendo sempre ben chiara la direzione dello sguardo verso il futuro, perché solo lì possono cambiare le cose… nel passato è già tutto scritto.

Qual è il messaggio nascosto di questo libro che vuole anticiparlo ai
nostri lettori?

Questo libro non ha messaggi nascosti o da decifrare, quello che vuole comunicare lo fa con assoluta trasparenza, oserei dire sfacciataggine perché a volte le cose bisogna avere il coraggio di dirle, ed è proprio questo il filo conduttore di tutta la narrazione. Prima di cercare la libertà fuori è necessario trovarla dentro di noi, perché se non spezziamo le catene che ci tengono schiavi dentro è difficile capire questo concetto per poi applicarlo nella propria vita. Come amo dire non è un libro per tutti… ma questo lo si potrà capire solo leggendolo.

Nella Foto: prof. Marco Grappeggia
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