3 Maggio 2024, venerdì
HomeConsulente di StradaQuando la patente può essere negata anche se si supera l'esame: focus

Quando la patente può essere negata anche se si supera l’esame: focus

A cura del Prof. Antonio Pasquale

Non è detto che, al superamento dell’esame di guida, consegua de facto la patente. Oltre infatti ai requisiti psicofisici e alla conoscenza delle norme del codice della strada, bisogna possedere anche i cosiddetti «requisiti morali». Sembra un termine molto vago e generico ma, in realtà, le ipotesi sono ben delineate dalla legge stessa. Cerchiamo allora di scoprire quando la patente può essere negata anche se si supera l’esame e come fare a conoscere i motivi per i quali la Prefettura- Istituzione preposta a tale discernimento – possa negare la licenza di guida. Anche se la pubblica amministrazione ha ampi margini di discrezionalità, è comunque tenuta a motivare la propria decisione o, in caso contrario, a fornire il diritto di accesso alle carte.

Come detto, per ottenere la patente, oltre a superare l’esame scritto e pratico nonché la visita medica, bisogna possedere i cosiddetti «requisiti morali», in base a quanto disciplinato dall’articolo 120 del codice della strada.

Persistono tuttavia delle situazioni da considerare, quando ci riferiamo ad utenti non disabilità o DSA.

La legislazione che tutela e supporta gli studenti è la 170/2010. Per allargare le tutele della legge 170 oltre l’ambito scolastico e supportare quindi gli adulti con DSA sul fronte lavorativo, nel 2018 è stato depositato un disegno di legge (Disegno di legge n. 712) contenente Modifiche alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, e altre disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi specifici di apprendimento che, tra le altre cose,  prevede l’uso degli strumenti negli esami per l’accesso agli Ordini professionali, per i test di ingresso dell’università e per l’esame teorico della patente.

Più recentemente, è stato anche presentato un emendamento al Decreto Legge 104 del 14 agosto 2020.

Quest’ ultimo all’articolo 26 prevede che, nei concorsi pubblici nazionali, regionali e comunali sia concesso, ai candidati con DSA dotati di opportuna certificazione, l’utilizzo degli strumenti compensativi adatti a ciascuno e sia permesso di sostenere un colloquio orale invece di un esame scritto. L’emendamento prevede inoltre che vengano garantiti, ai lavoratori con DSA del pubblico impiego, tutti gli strumenti utili a svolgere al meglio il proprio lavoro, permettendo loro di esprimere appieno la propria professionalità.

Va detto che alcune regioni d’Italia si sono già autoregolate in materia, prevedendo l’accesso a strumenti e misure di supporto per lo svolgimento delle prove di concorso pubblico.

Il dibattito si estende e abbraccia sfaccettature differenti; ma partendo dalla chiarificazione dello “status quaestionis” del caso posto, è opportuno riflettere sulle tutele legislative in materia di espletamento delle prove per il conseguimento della patente di guida e nello specifico per utenti e lavoratori con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti