Ebbene, la Corte di Cassazione (sentenza n. 49016 del 2017) ha sancito, in merito all’utilizzabilità dei messaggi WhatsApp, che essi hanno valore di prova incontrovertibile purché vi siano i supporti informatici (gli smartphone o il pc) nei quali sono presenti le conversazioni.
Va specificato che l’accordo raggiunto tramite scambio di messaggi WhatsApp, documentato mediante il relativo screenshot prodotto in causa, costituisce prova scritta dell’accordo tra le parti, salvo che quella interessata non ne abbia disconosciuto la provenienza e il contenuto.
Detto questo, nel caso di specie va precisato che l’iniziale consenso è stato successivamente ritirato dall’altra parte.
Ricordiamo inoltre che secondo l’articolo 1375 del codice civile, il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, cioè con lealtà e correttezza.
