Un nuovo punto fermo di riferimento nell’ambito dell’affido condiviso, genera una profonda e lunga riflessione sul ruolo del genitore. Questa volta, non solo giuridica, ma etica e morale sulla qualità del tempo trascorso e condiviso con i propri figli minori e sulla presenza dei nonni.
Il genitore che decide di lasciare le figlie di età inferiore ai 18 anni, dai nonni, anziché tenerle con se nel giorno di propria spettanza, rischia di perdere l’affidamento condiviso.
Per la legge italiana, i figli minori, non possono essere regolarmente lasciati tutto il giorno con i nonni, o delegarli con funzioni genitoriali.
Senza dubbio, è corretto che i nonni, quali ascendenti, abbiano il sacro diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, come stabilito dal codice civile all’art. 317 bis, ma non possono assolutamente sostituirsi in toto ad uno dei due genitori, il quale non può permettersi di annullare le sue funzioni genitoriali.
È inammissibile per la Corte di Appello, la mancata responsabilità genitoriale e la violazione degli art. 2, 13, 29, 30 e 32 Cost e art. 6 CEDU.
Generalmente, in questi casi, gli operatori del Comune vengono incaricati di monitorare la situazione dei figli minori con possibilità di intervenire a limitazione o ampliamento degli incontri tra minori, genitori e nonni.
Attenzione!
Spesso si pensa che i nonni possono diventare dei sostituti del genitore affidatario che decide di lasciare i figli che non hanno ancora compito 18 anni di età, alle loro cure come e quando piace. Invece, ricordiamo che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 1191 del 2020 risponde negativamente e toglie l’affidamento dei minori al genitore che preferiva dedicarsi alle proprie attività e alla vita personale durante i giorni in cui le minori gli erano state affidate dal Tribunale.
