A cura di Carla Cavicchini
Carlo Conti è una persona… diciamo prima persona e poi presentatore, vera, schietta, altamente ironica come quando osserva che prima ‘godeva’ di meno anni e più capelli! Rimane tuttavia sempre un bel tipo, perennemente abbronzato grazie al sole di Castiglioncello che ‘prende’ – quando gli è possibile – da inizio estate sino a ottobre tempo permettendo.
Sempre pronto alla battuta coi tempi giusti, brilla come una stella a “Tale e quale Show” chiedendoci … così, per gioco, se prima o poi anche lui entrerà dall’altra parte, nella pista degli imitatori prendendosi in giro bonariamente da quel da quel toscanaccio che è.
Embè l’ironia è la dote delle persone intelligenti e quindi… beato chi ce l’ha!
Nella trasmissione Rai “La conferenza stampa”incalzato dai giovani vari -oltre 400- che si improvvisano giornalisti per caso divertendosi assai, Conti appare decisamente sicuro di sé infilato nella sua bella zip turchese con maglia bianca candida sotto. L’attenzione è alta. Passioni? Cominciamo con quella del calcio visto che ce l’ha nel sangue. Una giovanissima morettona dai capelli fluenti, gli chiede dell’argentino Batistuta nonché di quanto ha goduto sulle smitragliate di ‘Batigol’
“Ero allo stadio quando segnò l’ultima rete. A lui diremo sempre grazie. Grazie perché ci ha fatto godere. Fece l’ultimo goal con la Fiorentina dentro la rete rimanendo poi disteso dentro la porta, commosso. Commosso poiché cosciente che quella sarebbe stata l’ultima partita per poi andare ad una squadra romana. Un grande, grande campione che ha legato il suo cuore e la sua maglia a Firenze.”
Rimanendo in tema gli chiedono il suo coro preferito della Fiorentina.
“Oddio non mi dilungo troppo anche perché mi sa che cerchi pioggia” – ridono tutti – e via all’intonazione – un pochetto stonato il Carletto!!! – su due refrain famosi che campeggiano in campo. Nel frattempo i ragazzi tra i 14 e 20 anni colmi d’adrenalina in corpo, non si fermano: chiedono parola precipitosamente sulle amicizie più care, su come si fa carriera, ed ancora su quello che più li solletica.
Un fanciullo che somiglia un po’ a Francesco Nuti, gli domanda del suo collega Fabrizio Frizzi prematuramente scomparso.
“Mi chiamava “Babbo Carlo” con grande affetto seppur in maniera scherzosa. Succedeva durante i miei momenti consolatori senza mancare di ricordare la sua risata unica e contagiosissima. Personalmente ho sempre osservato che il nostro è un mestiere da fare in grande leggerezza nonostante lui, diversamente da me durante momenti più difficili… un pochetto se la prendeva. Da qui “Babbo Carlo.” Lo invitai per “Tale e quale show”, ci pensò bene rispondendo poi che ci saremmo divertiti come matti. Non sbagliò! Quando andai a Sanremo lo scelsi per l’alternanza all’Eredità’ giocando insieme con le chiavi di studio. Questo passandocele giocosamente tra noi. Logico osservare il mio momento decisamente brutto – uno dei più brutti – quando ritornai all’Eredità’ proprio in quello stesso studio dove Fabrizio ha lasciato un vuoto immenso. E non nascondo che il gioco del passaggio delle chiavi, mi ha fatto riprendere la trasmissione con grande, grande fatica.
E risento ancor adesso la sua risata altamente contagiosa. Fabrizio era un vero e proprio signore, di una generosità più unica che rara nella sua straordinaria umanità.”
Quanto alla professionalità…
“Su questo non si scherza proprio. Non è con un ‘reality’ che diventi famoso ma con tanta, tanta gavetta se non vuoi essere una meteora. Ed io con Pieraccioni, Ceccherini e Panarello, ne abbiamo fatta, ma tanta davvero! E’ fondamentale credere nel nostro mestiere facendolo bene. Rammento che ogni serata era diversa: quando tanti tanti, spettatori, quando pochi. Pensa te che una volta con Panariello in uno spettacolo a Grosseto, l’incasso fu inferiore alle multe prese avendo messo le automobili in divieto di sosta. Ed ancora. Sempre in Toscana in provincia di Grosseto, trovammo solamente sette spettatori seduti in un teatro grandissimo: non ci restò quindi che divenir loro amici! E quella volta invece che vennero a vederci 7000 persone a Pistoia? Vuoi sapere il motivo? Semplicissimo! Mentre precedentemente i primi sette avevano pagato, quelli invece decisamente più numerosi, accolsero l’invito d’entrare gratuitamente. Ecco, in qualsiasi situazione, nel bene e nel male, impari, insegnandoci come far ridere con tali numeri, visto che è molto più difficile lavorare per numeri bassi, come appunto quei sette!”
Che siano stati i “Magnifici 7?” I sette uomini d’oro?
Il finale verte adesso sui vari momenti vissuti, in particolare su quelli migliori nonché peggiori.
“Ehhh…inutile nascondere che rimangono ben impressi nella mente, tanto che alla prossima ‘berlina’ ne racconterò ancora.”
Sorridono i ragazzi dall’Auditorium mentre Carlo Conti dal consueto piglio forte e determinato, esce velocissimo. Altre vite, altre storie, ci attendono.
“La conferenza stampa” è una produzione RAI CONTENUTI DIGITALI E TRANSMEDIALI, con programma di Giovanni Benincasa realizzato con Francesco Mileto, Vittorio Simonelli e Giulio Somazzi.