A cura di Giovanni De Ficchy
Secondo i magistrati della super procura antimafia, nella regione Lombardia sarebbe in atto un connubio criminale tra le organizzazioni della criminalità organizzata.
Avrebbero trovato terreno fertile nella ricca regione del Nord Italia.
Il “sistema mafioso lombardo”, secondo le ipotesi avanzate dalla Procura, avrebbe riunito Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra con l’obiettivo di gestire “risorse finanziare, relazionali ed operative, attraverso un vincolo stabile tra loro caratterizzato dalla gestione ed ottimizzazione dei rilevanti profitti derivanti da sofisticate operazioni finanziarie realizzate mettendo in comune società, capitali e liquidità”.
La DDA del capoluogo, coadiuvata dalle indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri, si dice certa del fatto che importanti clan di Cosa Nostra, della Camorra e della ‘Ndrangheta e si siano riuniti in una vera e propria Organizzazione, detta “Consorzio”.
Al centro di tutto naturalmente il narcotraffico, e la gestione delle società, il riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività illecite.
Le indagini, molto accurate, hanno portato a ben 153 richieste di arresto, Il gip, che ha disposto centinaia di perquisizioni e il sequestro di oltre 200 milioni di euro , ha dato l’ok solo a 11 persone arrestate.
Per quanto riguarda la ‘Ndrangheta, a essere colpiti dall’inchiesta sono, in particolare, il locale di Legnano , Lonate Pozzolo e le famiglie Iamonte e Romeo.
Per la Camorra, a operare in Lombardia ci sarebbe il clan napoletano Senese, già radicatissimo a Roma.
Un aggregato criminale mafioso riconducibile al clan di Castelvetrano, il feudo del superboss Matteo Messina Denaro: il suo parente Errante Parrino; i Pace, organici ai trapanesi; gli imprenditori Rosario e Giovanni Abilone, che hanno messo a disposizione del network criminale più 200 società per il riciclaggio di denaro.
Tutto in un’ottica di ” sommerso”,senza fare rumore. «Asse non asse… costruiremo tutto… sempre dove con i proventi di Milano, Milano… con i proventi di Roma, Roma… con i proventi di Calabria, Calabria… con i proventi di Sicilia, Sicilia… abbiamo costruito un impero e ci siamo fatti autorizzati tutto da Milano… passando dalla Calabria, da Napoli, ovunque…», dice un sodale in un’intercettazione.