12 Settembre 2024, giovedì
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La via della seta è stato un fallimento

A cura di Giovanni de Ficchy

L’accordo è stato sicuramente molto importante per la Cina, perché Pechino in questi anni ha potuto annoverare il Nostro paese quale unico paese del G7 tra i suoi partner diplomatici.

 Da potenza regionale la Cina si stava preparando a diventare una potenza internazionale attraverso investimenti su infrastrutture, potenziamento delle vie del commercio, linee di credito aperte per paesi amici in difficoltà. 

Nel 2019 il governo Conte I decide l’adesione dell’Italia alla più importante iniziativa di politica estera e marketing nazionale della Cina: la Via della Seta, Belt and Road Initiative.

Perché? 

Con quali obiettivi?

Le previsioni erano sicuramente errate, ci avevano raccontato che avremmo esportato le arance in Cina,

ma la realtà è la seguente :

La Via della Seta non funziona. 

Inoltre si è rivelato un progetto fumoso e poco trasparente

L’assoluta mancanza di trasparenza è stata infatti un punto debole fin da subito. 

Solo che, nelle prime fasi, l’euforia, alimentata artificialmente da una campagna mediatica imponente, aveva anestetizzato tanto ogni forma di controllo da parte delle realtà coinvolte quanto l’attenzione critica di osservatori terzi.

A fine 2022 le esportazioni in Cina sono salite di poco rispetto al 2019, da 14,5 miliardi a 18,6 mentre le importazioni sono quasi raddoppiate, da 34,5 miliardi a 65,8 miliardi.

Il risultato è che il deficit commerciale dell’Italia verso la Cina è passato da -20,9 miliardi di dollari a -47,3 miliardi.

Anche gli investimenti esteri della Cina in Italia sono scesi da 650 milioni nel 2019 a 20 milioni nel 2022.

In verità la tendenza a indirizzare i prestiti verso Paesi destinati all’insolvenza appare come una vera e propria strategia di conquista degli stessi per via finanziaria.

E la BRI risulta essere lo strumento principale di questa strategia. 

Per il dragone la Via della Seta avrebbe dovuto gettare le basi del cambiamento del sistema globalizzato dall’interno, al fine di proiettare la sua influenza all’estero e poi usare questo potere in caso di necessità, per influenzare le decisioni dei governi locali oppure minacciare ritorsioni economiche, fare boicottaggi,e coercizioni.

Durante la campagna elettorale italiana dell’estate 2022, Meloni ha definito “un errore” l’adesione dell’Italia alla BRI .

L’Italia è uno dei membri fondatori della NATO e la Meloni è stata una delle voci più critiche contro l’invasione russa dell’Ucraina, che la Cina, almeno indirettamente, ha sostenuto.

Per l’Italia oggi non ha più senso trovarsi allineata con un paese sempre più assertivo in politica internazionale come la Cina, tra l’altro non allineata con Nato, Stati Uniti e Ue nel condannare l’aggressione della Russia all’Ucraina.

Ursula von der Leyen ha annunciato l’apertura di un’indagine sui sussidi cinesi al mercato delle auto elettriche che si preparano a invadere il mercato europeo. 

Il governo Meloni ha dunque una sola scelta da fare: proteggere il Paese, contribuendo a proteggere l’Europa. 

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