“Ho depositato un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alla vicenda del magistrato della procura di Brescia che ha chiesto l’assoluzione di un uomo originario del Bangladesh, accusato dall’ex moglie di maltrattamenti.
Secondo il pubblico ministero, il comportamento dell’uomo sarebbe dovuto al contesto culturale in cui il rapporto era nato e non alla volontà specifica di annichilire o svilire la coniuge: questo, a parer suo, imporrebbe un giudizio diverso sui fatti da quello abitualmente condiviso.
Nessuna motivazione culturale può giustificare maltrattamenti e violenze e su questo principio non dovrebbe esserci alcun dubbio, tanto più perché la difesa delle proprie tradizioni è recessiva rispetto alla tutela dei diritti fondamentali dell’individuo, compresa la libertà femminile.
Ogni magistrato deve essere consapevole che una sentenza non si limita a definire chi ha torto e chi ha ragione nel singolo caso, ma ha il potere di creare la realtà orientando l’indirizzo della nostra società.
Se la violenza di genere non viene punita nelle Aule dei tribunali, significa che lo Stato la sta legittimando e giustificando: in questo modo ogni nostro sforzo di avviare un cambiamento culturale sarà vano.
La magistratura ha un’enorme responsabilità perciò è importante che sia costantemente formata e in grado di decostruire stereotipi e pregiudizi e di sradicarli.
Proprio per la fiducia che nutro nella magistratura, continuerò a sollecitare il Ministro Nordio ogni volta che riterrò che la giustizia non stia assolvendo il proprio ruolo di difesa delle vittime.”
Così Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Femminicidio.
