A cura dell’Avv. Francesca Pizza
Aumentano i debiti delle famiglie e si profila una crescente minaccia di usura nei confronti di artigiani e piccoli imprenditori. Sempre più italiani si trovano nella necessità di richiedere finanziamenti alle istituzioni bancarie, tanto che l’ammontare medio per ogni nucleo familiare ha raggiunto la cifra di 22.710 euro. Questa tendenza emergente è stata identificata dal centro studi della Cgia di Mestre, il quale ha calcolato che l’entità complessiva del debito nel nostro paese ha toccato il nuovo record di 595,1 miliardi di euro, rappresentando un incremento del 3,5% rispetto all’anno 2021.Gli analisti della Cgia argomentano che l’incremento dell’ammontare dei debiti bancari è frutto di un insieme di fattori, tra cui spiccano l’inflazione, l’incremento dei costi dei mutui e l’aumento delle tariffe energetiche. A ciò si aggiunge l’impulso derivante dalla robusta ripresa economica manifestatasi nel biennio 2021-2022, successivo alla conclusione dei lockdown imposti dalla pandemia di Covid-19.Secondo l’analisi condotta dalla Cgia, la provincia che presenta il più elevato livello di indebitamento tra le famiglie è Milano, con una media di debito pari a 35.342 euro (+5,1% rispetto al 2021). Al secondo posto si colloca Monza-Brianza, con un debito medio di 31.984 euro (+3%), seguita in terza posizione da Bolzano, con un importo di 31.483 euro (+5%). Alle spalle del podio figurano le famiglie di Roma e della sua provincia, con un debito medio di 30.851 euro (+2,8%), seguite da quelle di Como, con un importo di 30.276 euro (+3,8%).Di seguito, ecco la classifica delle prime 5 provincie italiane per indebitamento medio famigliare:
Milano: 35.342 euro
Monza-Brianza: 31.984 euro
Bolzano: 31.483 euro
Roma: 30.851 euro
Como: 30.276 euroNel caso si inverta l’ordine della graduatoria, tra le province con il minor numero di famiglie indebitate emergono Agrigento, con un debito medio di 10.302 euro (+3%), e Vibo Valentia, con un importo di 9.993 euro (+1,9%). Queste due province si posizionano al terzultimo e penultimo posto, rispettivamente. Nel contesto delle province con il minor debito medio, spicca Enna, dove le famiglie presentano un debito medio di 9.631 euro (+3,6%).
Enna: 9.631 euro
Vibo Valentia: 9.993 euro
Agrigento: 10.302 euro
Reggio Calabria: 10.715 euro
Cosenza: 11.037 euroPer quanto riguarda le variazioni nell’indebitamento familiare durante il 2022, la provincia italiana che ha registrato il più significativo incremento è stata Ravenna, con un aumento del 9,1%. In contrasto, l’unica provincia che ha sperimentato una diminuzione dell’indebitamento è stata Vercelli, con un calo del 2,3%.La Cgia in una nota ha affermato:Sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più disponibili di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili. È noto a tutti che l’usura è un fenomeno carsico: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine.Ancora, come osservato dalla Cgia di Mestre:Con il graduale rallentamento dell’attività economica e la conseguente diminuzione delle erogazioni di prestiti bancari alle imprese, che si è verificata nei mesi recenti, non possiamo escludere l’ipotesi di un possibile ‘avvicinamento’ delle organizzazioni criminali verso le microaziende a conduzione familiare, come artigiani, negozianti e numerose partite IVA.D’altro canto, da sempre il settore dei lavoratori autonomi rappresenta quello maggiormente esposto a rischi. Secondo un’indagine della Confcommerciodel 2022, l’usura e il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Inoltre, più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il “sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%).In ottica preventiva, però, esistono strumenti per far fronte a questo fenomeno.Il 2021 ha visto un aumento rispetto all’anno precedente delle istanze per l’avvio della procedura di gestione della crisi depositate da imprese, ex imprenditori e cittadini, tutti eccessivamente indebitati. Per fare un esempio, le richieste relative alla Camera Arbitrale di Milano, provenienti soprattutto da Milano, Monza, Pavia, Busto Arsizio e Como, sono cresciute del 64%.I dati evidenziano una condizione di perdurante difficoltà economica di famiglie e imprese. Iniziata già prima del Covid, la situazione di difficoltà persiste. Continuando a prendere ad esempio il caso della Lombardia, nello specifico sono soprattutto i casi di difficoltà evidente e di totale incapienza, vale a dire di chi non ha alcuna utilità da offrire ai creditori: tra i debitori totalmente incapienti, tra l’altro, oltre il 60% è composto da consumatori mentre il resto sono ex imprenditori.I soggetti che possono fruire dei benefici della legge sul sovraindebitamento sono il consumatore, l’imprenditore agricolo, la startup innovativa, l’ex imprenditore, lo studio professionale e tutte le imprese non fallibili. Per quanto riguarda la tempistica, occorrono 300 giorni in media dalla domanda di gestione fino alla conclusione della pratica.
È il debitore a presentare una proposta per il rientro del debito o per la liquidazione del patrimonio.
Il gestore della crisi nominato dall’OCC (C (Organismo per la gestione delle crisi da sovraindebitamento e per la
liquidazione del patrimonio, facente riferimento alla Camera arbitrale), invece, è chiamato ad analizzare la situazione debitoria e la attesta in una relazione.
Il Tribunale, infine, può omologare la proposta oppure rigettare l’istanza presentata.
Secondo uno studio dell’AUGE che dal 2021 ha avviato in convenzione con le istituzioni locali lo Sportello per i nuovi poveri , a cui tutti possono rivolgersi per un consulto gratuito offerto dai docenti dell’Accademia universitaria degli studi giuridici Europei ,Gli strumenti più utilizzati sono :
Liquidazione del patrimonio (quando il giudice nomina un liquidatore per destinare ai creditori le disponibilità e i beni del debitore, al netto di quelli essenziali per vivere);
Piano del consumatore (la proposta del debitore non professionista non ha bisogno dell’assenso dei creditori per
essere omologata dal giudice);
Accordo di ristrutturazione (per piccoli imprenditori o ex imprenditori, la cui proposta di accordo deve essere accettata dalla maggioranza dei creditori);
Esdebitazione del debitore incapiente(riservata alle persone senza nulla da offrire ai creditori, la cui procedura
resta aperta per 4 anni durante i quali la sfera economica del soggetto esdebitato viene monitorata, con obbligo di pagamento del debito se sopravvengono utilità rilevanti che consentano di soddisfare almeno i creditori almeno per il 10% degli insoluti).