7 Settembre 2024, sabato
HomeItaliaAddio Arnaldo Forlani: il coniglio mannaro che graffiava quando voleva

Addio Arnaldo Forlani: il coniglio mannaro che graffiava quando voleva

A cura di Olga Vicinanza
Il 6 luglio scorso è morto a Roma a 97 anni (nato l’8dicembre 1925) Arnaldo Forlani: uomo simbolo dell’ultima stagione della Democrazia Cristiana di cui è stato a lungo segretario e presidente.
Forlani è stato Presidente del Consiglio, vicepresidente del Consiglio, ministro.
Nasce a Pescara l’8 dicembre 1925, è stato fra i protagonisti con Bettino Craxi e Giulio Andreotti del “Caf” (Craxi-Andreotti-Forlani): il patto di potere che negli anni ’80 ha governato il paese con una formula di governo pentapartita (Dc-Psi-Psdi-Pri-Pli) che teneva il Pci all’opposizione, dopo l’avvicinamento Dc-Pci prima del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro.

Per Forlani previsti i funerali di Stato e lutto nazionale : Le esequie lunedì 10 luglio nella Basilica di San Pietro a Roma dove saranno celebrati i funerali di Stato .
Chi è Arnaldo Forlani è come ha segnato la storia della Dc italiana?
Un uomo delle istituzioni, Arnaldo Forlani, ex premier, ministro e segretario della Dc , non è mai stato davvero «un uomo di potere».
Come testimonia il senatore Casini , Forlani nella sua vita politica ha avuto tanti soprannomi:
“Più un coniglio mannaro, era anche un uomo che graffiava quando voleva. Non era accondiscendente, ragionava con gli altri ma piantava paletti molto chiari. Sull’alleanza con i partiti laici e il rapporto con i socialisti è stato inflessibile, al punto da candidarsi contro De Mita come segretario della Dc. Coltivava rispetto per gli avversari, da Napolitano a Jotti, da Chiaromonte a Berlinguer”
Forlani fu travolto in pieno da Tangentopoli che ne segnò la fine politica. Difese in Tribunale il suo operato di segretario e quello del suo segretario amministrativo Severino Citaristi dalle accuse di tangenti di Antonio Di Pietro e del pool Mani pulite. Forlani nella Dc era cresciuto nel dopo guerra alla scuola di Amintore Fanfani, di cui era più giovane braccio esecutivo nella corrente delle “Nuove Cronache”. Agli inizi degli anni ottanta confluì insieme con Antonio Gava e Vincenzo Scotti nella corrente del “Grande Centro” che divenne fulcro del potere interno alla Dc in equilibrio ma soprattutto in contrapposizione alla sinistra Dc di Zaccagnini, De Mita, Martinazzoli, Bodrato, Mancino e del più giovane Mattarella, rimasta tragicamente orfana di Aldo Moro. E’ stato segretario della Dc in due diversi cicli: una prima volta nel quadriennio 1969-1973; una seconda nel triennio 1989-1992. Fra l’una e l’altra è stato presidente del Consiglio nazionale del partito: la delicata carica ricoperta da Aldo Moro quando fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Nei Governi italiani repubblicani, poi, Forlani ha ricoperto tutte le principali cariche: presidente e vicepresidente del Consiglio; ministro degli Esteri, ministro della Difesa, ministro delle Partecipazioni statali. Non è riuscito invece, al pari dei suoi alleati-rivali Bettino Craxi e Giulio Andreotti, a diventare Presidente della Repubblica. Nel tragico 1992 dopo le dimissioni dal Quirinale di Francesco Cossiga, veti incrociati fra lui, Andreotti e Craxi esercitati da rispettivi e reciproci franchi tiratori impallinarono tutte e tre le candidature.
Ed è sempre Casini a ricordarne il declino ed il perché un uomo di stato, devoto e ligio al suo potere, si sia trovato a dare un addio tanto burrascoso a quella che è la devozione politica :
“C’è chi ha visto in Forlani un capro espiatorio della Dc durante Tangentopoli.
Paradossalmente ha pagato la persona che non ha mai approfittato di posizioni di potere né avuto dimestichezza con il denaro. Forlani ha bevuto il calice amaro e lo ha fatto con grandissimo decoro.
Con quel processo calò il sipario su un’era.
La Prima repubblica era già tramontata con la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Il potere logora chi ce l’ha, la Dc e i partiti di governo sono arrivati logorati a un appuntamento con la storia che li aveva già preceduti”.- continua- “Ed era stato previsto da
due persone prima degli altri: Cossiga e Forlani. Il primo reagì picconando, il secondo pensava fosse possibile una transizione più morbida. Forlani aveva però capito che un capitolo si stava chiudendo e me lo confidò”
Dunque Forlani e’ stato fra i protagonisti con Bettino Craxi e Giulio Andreotti del “Caf”, il patto Craxi-Andreotti-Forlani. Ha ricoperto tutte le principali cariche: presidente e vicepresidente del Consiglio; ministro degli Esteri, della Difesa, delle Partecipazioni statali.

Un uomo si stato che ha segnato la storia come ricorda Mattarella: “è stata una personalità di spicco della Repubblica per una lunga stagione, e la sua azione nel governo e nel partito di maggioranza relativa ha contribuito all’indirizzo del Paese”

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti