di Carla Cavicchini
“Accadde in Versilia”, la mostra prodotta dalla Società di Belle Arti con il Comune di Forte dei
Marmi e Fondazione Villa Bertelli, propone, al Forte Leopoldo I dal 17 giugno al 5 novembre, la
lettura in punta di pennello di quel magico momento che la Versilia visse a cavallo tra
‘800 e ‘900. Quando il paesaggio incredibilmente armonioso, il clima e le acque calamitarono
qui il beau monde europeo e non solo. Personalità attratte dai bagni, certo, ma anche
dall’ambiente culturale creato da chi “in stagione” qui si dava appuntamento, improvvisando
cenacoli artistici, letterari e musicali.
Villeggianti insieme a marinai, contadini, cavatori: mondi diversissimi, spesso solo tangenti.
Affascinanti, non meno del paesaggio, agli occhi degli artisti italiani e stranieri che si fecero
stregare dalla Versilia: da Puccinelli a Fontanesi, Signorini, Cabianca, Viner, Lear, Vedder,
Skovgaard, Poingdestre, tra i molti.
“Accadde in Versilia” focalizza la sua indagine su tre grandi protagonisti di quel momento
magico: Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy. Proponendo una raffinata selezione di
loro capolavori, alcuni non più visti da tempo, provenienti da collezioni private, ad eccezione
dello straordinario Festa al villaggio di Nomellini, concesso dalla Pinacoteca “il Divisionismo”
della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.
Plinio Nomellini agli inizi degli anni Novanta orienta il proprio linguaggio verso nuove
sperimentazioni, sia divisioniste, grazie alla frequentazione di Pellizza da Volpedo, sia neo
impressioniste, importate da Parigi. Il suo incontro del 1903 con Giovanni Pascoli aggiunge una
svolta simbolista alla sua pittura.
La selezione di sue opere per la mostra versiliese è anticipata dalla grande tela di Giuseppe
Viner, La semina, parte del trittico Terra Madre, esposto nel 1906 per l’inaugurazione del valico
del Sempione.
Nomellini qui racconta la straordinaria quotidianità che trascorre in Versilia. Ecco la costruzione
di un bastimento (Cantiere, 1904) o la semplice ritualità domestica, come in L’ora della cena
(1898) o in Ore quiete (1898), o il folklore paesano (La chiesa di San Frediano a Lucca, 1930
circa). Immagini di una civiltà contadina, vera protagonista e depositaria di un luogo primigenio,
ancora preservato dal rutilante caos della modernità.
Le ridenti e pacate immagini della Versilia offerte da Nomellini e, successivamente, da Moses
Levy sono bruscamente deviate dal potente e magmatico espressionismo di Lorenzo Viani che
mette a punto l’alfabeto più adatto a descrivere, tutt’uno, il volto più scuro di quella terra e il
popolo di diseredati che la abita. É il caso della ieratica immagine della Moglie del marinaio, Sul
molo. In attesa del rientro delle barche, Peritucco con il fiocco rosso, della scarna china dei
Viandanti e di Vecchio pescatore. La sua è un’arte che si ispira, spesso, alla dimensione
drammatica della quotidiana vicenda degli umili, di chi fieramente si oppone o con fatica
sopporta la durezza della vita. Con il disegno cattura la miseria ma anche la speranza che gli
uomini portano scolpite nelle rughe del volto.
La terza sezione è dedicata a uno dei massimi protagonisti della stagione artistica versiliese dei
primi tre decenni del ‘900, Moses Levy. Tunisino di nascita, elesse questa terra a sua patria,
divenendo uno dei più ammirati e suadenti cantori di quella che potrebbe definirsi come una
tarda “belle époque” versiliese, rovescio estetico-iconografico del più grave scenario presentato
dall’amico Lorenzo Viani.
La sua pittura si evidenzia per lo stile personalissimo che, pur nutrendosi delle contaminazioni
europee cezanniane e cubiste, tanto quanto degli echi metafisici e futuristi, non risulta in alcun
modo etichettabile e sarà viatico e spunto per l’arte italiana a venire.
Le opere selezionate coprono circa un trentennio (1911-1938), evidenziando quello “spettacolo
fisso in mutazione continua che sarà sempre il linguaggio di Levy”. Tra i capolavori in mostra,
Donna con cappello bianco, Cinema Eolo e Folla di sera sul lungomare di Viareggio, la
luminosa serie delle Spiagge, Profilo di giovinetto e Anna e l’amica, che includono a pieno Levy
nel contesto artistico italiano degli anni Venti, fino ad arrivare a esiti di stupefacente modernità
nell’espressionismo cromatico di gusto matissiano del più tardo Signora in rosso al caffè.
La mostra, dunque, offre al visitatore un nutrito nucleo di opere, sorprendenti per originalità
compositiva e forza evocativa, assimilabili a testimonianze poetiche di luoghi geografici e
dell’anima che, alle soglie del Novecento, documentano il coraggioso aggiornamento di “questo
piccolo mondo antico” con le nuove correnti che stanno spirando d’Oltralpe.
Orario
17 giugno-10 settembre: tutti i giorni 17.00-23.00 / mer 10.00-13.00
11 settembre-5 novembre: mer 10.00-13.00 / ven, sab e dom 10.00-13.00 / 16.00-19.30
Ingresso intero € 8,00
ridotto € 6,00 (residenti e giornalisti muniti di tesserino)
gratuito sino ai 18 anni e disabili
Info
Ufficio informazioni turistiche
tel. +39 0584 280292
forteinfo@comunefdm.it
www.visitforte.com
Società di Belle Arti
Arte Italiana del XIX e XX secolo
Viareggio
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