26 Aprile 2024, venerdì
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Dott.ssa Gabriella Avagliano: ‘’L’arte non è un oggetto che abbellisce le nostre vite’’

A cura di Ionela Polinciuc

Nel 2020, anno ormai da dimenticare, si è fatto sentire il peso della crisi sulla spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione. Ma nonostante questo, l’arte e le sue pratiche non possono permettersi di mollare ancora, possono affrontare e risolvere i problemi della contemporaneità, anche quelli della sicurezza, della distanza sociale e della psicosi da contagio, a patto di essere chiamate a dialogare pariteticamente ai tavoli della scienza, della politica, delle amministrazioni e delle imprese per comprendere i bisogni e offrire il contributo che hanno sempre dato. Ebbene, per cercare di capire meglio la situazione reale del settore dell’arte e della cultura, abbiamo intervistato la Dott.ssa Gabriella Avagliano, segretaria dell’Accademia internazionale “Arte e Cultura” di Michelangelo Angrisani, un’istituzione culturale con sede principale a Cava de’  Tirreni.

Dott.ssa Avagliano: Il Covid ha tagliato la testa all’arte? Quant’è fragile il settore culturale?

La pandemia da COVID-19 ha avuto senza dubbio un impatto significativo sul settore culturale, ma non ha completamente “tagliato la testa all’arte”. Sebbene,  durante i periodi di restrizioni, tanti eventi e spettacoli siano stati cancellati o rinviati, molte organizzazioni culturali hanno adattato le loro attività all’ambiente digitale, cercando nuove modalità di espressione artistica. In questo caso il digitale ha colmato le distanze, le mancanze, ecc.

Il ruolo della cultura nell’arginare la crisi economica?

Sostenere le attività culturali durante le crisi economiche può favorire la ripresa e rilanciare l’economia. Le industrie culturali e creative, infatti, sono un asset importante del nostro Paese per l’occupazione nel settore  turistico. L’Italia, come è noto, ha un inestimabile patrimonio artistico, storico e culturale che con il suo appeal internazionale può portarci fuori dalla crisi economica producendo ricchezza e bellezza.

Dopo la pandemia la Crisi Ucraina: nei momenti di crisi, perché le persone hanno bisogno di cultura?

L’emergenza sanitaria e sociale, dunque, ci ha fatto scoprire un rinnovato bisogno di cultura come strumento per affrontare le difficoltà, le ansie, le paure. La cultura e l’arte in generale insegnano la resilienza e stimolano idee e percorsi alternativi rispetto a quelli più conosciuti. La cultura offre conforto, ispirazione, speranza, ci aiuta a riflettere e a connetterci con gli altri. Ha, quindi, un impatto positivo sulla qualità della vita delle persone, incoraggia il dialogo, il confronto, la convivenza delle comunità e la coesione sociale.

L’arte non è un oggetto che abbellisce le nostre vite, ma un’esperienza di crescita personale. Secondo Lei, in che modo la cultura potrebbe essere lo strumento di valore per superare la crisi?

L’arte infatti è un’esperienza di crescita personale, offre prospettive diverse e soluzioni nuove alle difficoltà e favorisce il benessere personale. Per dirla con Frida Kahlo “L’arte è l’arma più potente che abbiamo per affrontare le sfide della vita e scoprire la nostra vera forza interiore.”

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