Se per un conto corrente nazionale non v’è alcun obbligo di dichiarazione, in quanto il fisco attraverso l’Anagrafe dei conti correnti può accedere e monitorare tutti gli spostamenti e le giacenze, quando si tratta di conti correnti esteri, relativi ad enti finanziari che non hanno residenza in Italia, il discorso può cambiare.
Infatti, i conti correnti esteri – ad esempio quelli riconducibili alle persone fisiche – devono essere dichiarati ai fini del monitoraggio fiscale, compilando il quadro Rw del modello dei redditi.
Questo obbligo, tuttavia, sorge in particolare al sopravvenire di almeno due condizioni:
- quando la giacenza media ha superato 5 mila euro nell’arco di un trimestre
- quando il conto corrente, anche per un solo giorno, ha superato l’importo di 15 mila euro.
Ebbene, in questi casi a partire dal superamento dei 5 mila euro di giacenza per il conto estero sarà dovuta l’Ivafe, pari al 2 per mille ossia allo 0,2% dell’importo alla fine dell’anno.