27 Aprile 2024, sabato
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“Insorgiamo” Grande protesta di piazza a Napoli

“Insorgiamo” Grande protesta di piazza a Napoli contro guerra, carovita e
disoccupazione.

Dall’inviato Luigi Rubino – I tamburi rullano quasi a ripetizione in piazza Garibaldi. Tra la folla c’è un
striscione rosso alzato in alto con la scritta bianca “Insorgiamo” Si aspetta l’arrivo di altri manifestanti con
treni e pullman provenienti da altre parti d’Italia per poter iniziare la marcia della protesta. C’è il collettivo
di fabbrica ex GKn di Firenze, contestatori che provengono da Piacenza, Roma, Taranto. Nutrito è il
movimento di lotta 7 novembre, come quello dei Cobas che si presenta in piazza con le immancabili
bandiere rosse e dei Centri Sociali. Presenti anche il collettivo studentesco, ambientalisti e lavoratori di
alcune fabbriche della Sicilia.
La lunga marcia verso palazzo S. Giacomo, sede istituzionale del Comune di Napoli, in piazza Municipio,
inizia intorno alle 14,30. Il corteo avanza lentamente, gridando slogan, attua breve soste lungo il percorso
per poi riprendere il cammino, attraversando via Marina.
Davanti al corteo, composto da una marea di persone c’è uno striscione con la scritta “Non paghiamo.
Guerra, carovita e disoccupazione” che sintetizzano perfettamente i motivi della protesta dei tanti
“desesperados” della piazza. Saranno in 10 mila o poco più. Ma poco importa.
Lungo il percorso, alcuni manifestanti lanciano fumogeni davanti alla sede del Banco di Napoli, imbrattano i
muri dell’Enel, mentre altri gruppi, in segno di protesta e come gesto simbolico, danno alle fiamme molte
bollette della luce su bracieri allestiti in strada.
Il corteo, una volta arrivato davanti Palazzo San. Giacomo, sede istituzionale del Comune di Napoli, protetto
da un consistente cordone di polizia con caschi e manganelli, ha incominciato a gridare, cantare, ballare,
lanciando fumogeni verso la polizia. Nulla per fortuna succede, mentre sulla facciata del Comune sono
proiettate le scritte colorate “Insorgiamo” e “Meloni serva”
Non sono mancati nell’occasione, anche cori contro il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca
e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Tutto questo mentre, poche ore prima, in mattinata, giovani aderenti al “Fridays For Future” sono entrati
in azione per imbrattare con salsa di pomodoro alcune vetrine dei negozi nel quartiere Chiaia ed esposto
poi più tardi uno striscione fuori al porto di Napoli per chiedere il divieto di attracco per le navi di grandi
dimensioni che, a quanto sembra, inquinano più delle auto il mare nostrum.
Per gli organizzatori questa manifestazione può essere considerare solo un’anticipazione dello sciopero
generale del prossimo 2 dicembre e della protesta studentesca che si terrà a Napoli il 18 novembre.

Luigi Rubino



Luigi Rubino

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