26 Aprile 2024, venerdì
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” Scusa si te vanto”- Danilo Forgetta e Gianni Cianci lanciano un capolavoro


A cura di Ionela Polinciuc


Gianni Cianci, segnato da improbabili lustri, imprigionato in geometriche, grigie ed anonime stanze d’ufficio. Tale condizione di pareti imbiancate senza vita lo ha messo nella complessa posizione di esporsi in un pensiero riflessivo, atemporale e post-umano: la ” Metafisica delle maestranze”. La gravità di questo stutus lo ha costretto a rifugiarsi, evadendo da se stesso, in quell’esperienza catartica che è l’esercizio del ricordo collettivo, una oratoria vernacolare sui massimi sistemi: ” La metafisica dei bevitori”.
Daniele Forgetta, riservato ed eternamente indeciso. Si emoziona osservando i panorami e sorride al contempo. Crede nell’amicizia tra uomo e donna. Prova tenerezza per le persone che mettono il sale sulle caldarroste.”
Sono loro gli autori che insieme hanno creato un capolavoro: ” Scusa si te vanto”.
” I racconti contenuti nel libro “Scusa si te vanto” sono legati a Roccamonfina, patria di eroi contadini, alle passioni e al sorriso, a volte amaro, dei tanti personaggi citati. La filosofia che sostiene alcuni dei protagonisti è per certi aspetti misteriosa e affascinante così come lo sono le disparate vicende che gli autori hanno cercato di tessere in una trama colorita. Un viaggio in quella bella Rocca, divertente, a tratti di dubbia moralità ma comunque verace.”
Gianni Cianci, come nasce l’idea di scrivere questo libro?
Quattro amici, un bicchiere di vino e qualche caldarrosta fanno da sfondo all’idea re scrive ri fatti, cioè aneddoti. Un appuntamento fisso, non sempre proficuo, che si ripete da qualche anno. Un viaggio in quella bella Rocca, divertente, a tratti di dubbia moralità ma comunque verace.
Il libro è un capolavoro, raccontaci di più. Avete progetti futuri insieme?
Il libro con stili a volte diversi, tenta di narrare, aldilà dell’evento specifico, un mood o se vogliamo una certa filosofia sottostante senza entrare nel colto panorama della scienze umane, questo è un libro di oratoria vernacolare dove il saggio e lo stolto vivono di una contiguità propria dei piccoli borghi e massimamente di un tempo andato. Il libro non vuol essere una sorta di “amarcord” ma fermare nel tempo quello che rischia di essere consegnato all’oblio senza proporre la pressoché mitica bellezza dei bei tempi andati. Tutto si dipana leggero in piccoli camei o storie più articolate.
Possibile in un futuro ampliare la proposta scritta visto che sono storie e la narrazione del vissuto è per sua natura accumulante.
Al momento siamo reduci da un impegno, sempre riguardante Roccamonfina ed il libro,
avendo istituito un concorso fotografico dei nostri luoghi che si possa considerare una
sorta di proseguo di narrazione.
” In una fredda notte d’inverno, mentre la neve scendeva e ovattava la piazzetta di Fontanafredda, ispirando lampi di genio e carattere vagante romantico, a Vincenzo ri venette ‘ngapu re modificà ru attu”. Insomma, una serie di aneddoti interessanti, vi piacerà leggerle, ne sono sicura.

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