20 Aprile 2024, sabato
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“L’ho uccisa io, ma l’amavo!” : Violenza delle donne e scuola

“L’ho uccisa io, ma l’amavo!”

Una frase struggente quasi a giustificare un’orribile gesto commesso da chi avrebbe dovuto amare: Sara,Silvana,Marzia,Valentina,Catena,Nadia,Domenica,Cristina,donne  unite da uno stesso brutale destino, uccise dacompagni, mariti o ex ,in questi ultimi mesi del 2022.

Ogni giorno le donne sono protagoniste di casi di cronaca nera, picchiate, violentate o addirittura uccise in cui il carnefice è spesso un familiare o un uomo con cui la vittima aveva intrecciato una relazione.

A volte l’origine è un gesto, un’abitudine, una cultura fruttodi un’ignoranza maturata in violenza, esercitata sistematicamente sulle donne in nome di un ideologia patriarcale, con lo scopo perpetuo di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla morte.

Risuona rilevante la prospettiva dell’antropologa attivista Marcela Legarde,la quale teorizza il femminicidio  come una forma estrema di violenza di genere contro le donne, attraverso veri e propri maltrattamenti ,violenze fisiche, psicologiche,sessuali,educative, e familiari.

La vittima è rappresentata da una donna che ha sviluppato una dipendenza emotiva nei confronti di un uomo spesso il proprio partner e tale dipendenza rappresenta un vera e propria forma patologica d’amore, una relazione non sana, “un amore malato”, fatto di dipendenza emotiva protesa a creare un circolo vizioso tra la dipendenza e l’accettazione della violenza, nella quale non bisognerebbe mai sottovalutare sin da subito le prime avvisaglie di violenza fisica, verbale e psicologica.

L’uomo violento trova il pretesto per svalutare e sminuire la vittima facendo leva sull’autostima di quest’ultima, conducendola ad un isolamento prolungato, spessoallontanandola da familiari e amici sempre nel tentativo di controllare totalmente e manipolandole la vita, fino alla schiavitù o alla morte.

La violenza si sviluppa spesso tra le mura domestiche in modo graduale e quasi sempre crescente con episodi violenti che crescono di intensità nella vita quotidiana,negando sistematicamente alla donna i diritti fondamentali, la libertà, la dignità e il diritto alla vita stessa.  

Si delinea una chiara espressione del potere e controllo dell’uomo sulla donna, con l’estremizzazione di condotte misogine e discriminatorie fondate sulla diseguaglianza di genere. L’innesco di tali violenze sono spesso scaturite da un sentimento di minaccia, di abbandono che l’uomo avverte quando percepisce che la sua donna vuol lasciarlo o separarsi progettando una vita indipendente o con un altro partener.

Plausibilmente oggi, la parità di genere non è ancora del tutto compiuta come dimostrano le costanti e quotidiane aggressioni a danno delle donne. Pertanto la silenziosa strage di donne per mano dei propri compagni di vita non può essere taciuta, al contempo è necessario fornire alle vittime un supporto che spinga alla denuncia e al riscatto.

Tali violenze rappresentano veri e propri drammi di non facile risoluzione, ma questo non vuol dire che non si possa far nulla per cambiare la realtà, basterebbe partire dal concetto che uomini e donne hanno gli stessi diritti e la stessa dignità.

Necessario promuovere sin dall’infanzia una nuova cultura che si indirizzi in primis nei confronti del genere maschile, inmodo da poter abbattere quei pregiudizi, credenze legate ad un ‘idea di sopraffazione, educando alla relazione tra pari, altresì al rispetto e alla valorizzazione delle donne, attraverso un’educazione che miri a sviluppareun’intelligenza emotiva, che favorisca maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e sentimenti.

Un luogo di efficace diffusione di questa cultura è proprio la scuola, perché attraverso l’istruzione si può far crescerenelle menti dei giovani una consapevolezza nuova basata sulla parità, rispetto e soprattutto sull’eguaglianza.

Attraverso i temi dell’educazione, si fornisce agli alunni la possibilità di sperimentare tra i coetanei un ambiente accogliente inclusivo e non giudicante, destrutturando dei ruoli e relazioni basate su stereotipi, costruendo relazioni basate su criteri di libertà e responsabilità non violenta, riconoscendo e valorizzando le differenze.

Fondamentale le azioni d’ informazione, sensibilizzazione e prevenzione sull’ingiustizia e dramma della violenza contro le donne.

Solamente educando le nuove generazioni attraverso un percorso affettivo ed emotivo mediante un’azione sinergica tra famiglia e scuola si costituisce una delle chiavi di volta per una reale cultura della non violenza.

Docente/Pedagogista

Di Mambro Dolores

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