25 Aprile 2024, giovedì
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Luigi Zucca: ” Questi due anni hanno temprato le nostre anime più sensibili e le hanno rese più forti”

A cura di Ionela Polinciuc

Il disegno è un linguaggio, una scienza, un mezzo di espressione, un mezzo di trasmissione del pensiero. Disegnare è anche inventare e creare.
Il disegno permette di trasmettere integralmente il pensiero senza il concorso di spiegazioni scritte e verbali. Aiuta il pensiero a prendere corpo a cristallizzarsi.Abbiamo intervistato Luigi Zucca per avere ulteriori informazioni riguardanti questa fantastica arte. 
Luigi negli ultimi due anni, Lei si è avvicinato sempre più al mondo del disegno. Come nasce questa passione?
Mi sento di poter paragonare lo sviluppo della mia passione per il disegno, ad un seme gettato quasi per gioco sulla riva di un fiume, che tuttavia, grazie alle sue acque pure ha reso sempre più vivo e appassionante per me questa forma di espressione artistica. La scintilla che mi ha fatto avvicinare in modo consapevole al disegno verso la fine del 2019 è stato guardare il video della realizzazione di un piede umano appoggiato sulle punte, disegnato con una semplice matita. Vedere come pian piano un semplice foglio bianco potesse poi trasmettere in me stupore, mi ha lasciato senza parole e con una fortissima voglia di mettermi in gioco. Prima di allora avevo provato a disegnare, ma con scarsi risultati. Da quel momento ho deciso di seguire qualche corso su Facebook con due artisti del disegno che mi hanno trasmesso non solo diverse nozioni, ma soprattutto la loro stessa passione per il disegno. Le nozioni trasmesse e l’esercizio quasi quotidiano stanno dando i loro frutti, anche se ho ancora moltissimo da imparare.
Quali invece sono le correnti artistiche che preferisce? Quelle che invece le piacciono meno?
Mi sento più affine alla corrente artistica del fotorealismo. Dare vita ad un foglio bianco, mi scusi se mi ripeto, ma mi emoziona ogni volta. Avere quasi la sensazione di toccare o sentire ciò che ho disegnato, come se il volto mi parlasse, mi fa venire ogni volta la pelle d’oca. Vista la mia affinità con la corrente del fotorealismo, sono molto meno attratto dal disegno astratto, pur apprezzando fortemente coloro che sono in grado di trasmettere emozioni pur con questa forma d’arte.
Secondo Lei in Italia si fa abbastanza per la valorizzazione dell’arte e delle discipline culturali?
Non ho gli strumenti giusti per giudicare se si fa o meno abbastanza per promuovere la cultura nel nostro Paese. Mi sento però di dire che abbiamo il privilegio di vivere in uno dei paesi più belli del mondo. La nostra cultura, la nostra storia sono uniche nel loro genere. Qualunque cosa si faccia, ritengo che non sarebbe mai comunque all’altezza di questo patrimonio artistico di inestimabile valore.
Ci può parlare delle tecniche di cui fa uso? Sono molte e diverse tra loro?
Faccio uso di una sola tecnica, ovvero il disegno fotorealistico con penna a sfera. Privilegio la nota penna a sfera BIC. Perché ho scelto questa tecnica, piuttosto che la classica grafite? Perché è una tecnica difficile, in primo luogo, che mi permette di sviluppare la capacità di osservazione e la perspicacia. L’inchiostro della penna a sfera, infatti, non è cancellabile come invece si può fare con la grafite. Ciò, pertanto, mi mette nella condizione di dover necessariamente prevedere dove e come fare certi tratti. Come devo saturare gradualmente il foglio in modo da creare le giuste sfumature, i contrasti più adeguati. Questa tecnica ti insegna ad avere pazienza; a capire che i risultati migliori si ottengono senza fretta. La penna presenta anche una insidia: l’inaspettata ed indesiderata goccia di inchiostro che improvvisamente macchia il foglio mentre disegni. Il tempo ti insegna a prevedere tale evento e comunque a poterlo gestire, qualora capiti comunque.
Quali sono i messaggi umani fondamentali alla base della sua produzione artistica? 
Ritengo che questa tecnica abbia numerose affinità anche con la vita di tutti i giorni: ciascuno di noi si ritrova a dover affrontare delle insidie. Tuttavia l’esercizio quotidiano, le esperienze negative patite, la pazienza, la capacità di osservazione e la perspicacia, possono aiutarci ad affrontare i piccoli e i grandi problemi della vita. Anche qualora dovessimo fare i conti con le conseguenze di un nostro errore (la goccina indesiderata di inchiostro della penna) le nostre capacità precedentemente sviluppate possono insegnarci ad affrontare le conseguenze. E ricordiamoci sempre che un errore non è mai un errore finché non lo consideri tale.
Qualcosa che non le ho chiesto che le piacerebbe far sapere alle nostre lettrici e ai nostri lettori?
Non pensate mai di ritenervi inadeguati od incapaci davanti alle sfide che il mondo ci pone dinanzi. All’inizio del mio percorso, ho avuto tanti incidenti di percorso: la voglia di mollare, il senso di incapacità, di inadeguatezza. Tuttavia, la giusta e costante formazione, unita alla forte determinazione di resistere, mi stanno permettendo di avere ottimi risultati e soprattutto la voglia di fare sempre meglio.Questi due anni hanno temprato le nostre anime più sensibili e le hanno rese più forti. Nessuno di noi probabilmente avrebbe mai scommesso di avere tale forza e tale determinazione. Eppure, siamo qui, più forti di prima e sempre più determinati nelle nostre decisioni. Non molliamo mai.
Mi diverte sempre questa frase, ma quanto è vera soprattutto in questo periodo: “Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara”

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