26 Aprile 2024, venerdì
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Cos’è l’affinità

L’affinità si può definire come il vincolo tra un coniuge e i parenti dell’altro coniuge. Ad esempio, il suocero, il genero e la cognata (ossia la sorella del proprio marito) sono, per legge, affini. Dunque, se la parentela riguarda i rapporti con le persone della propria famiglia, l’affinità riguarda i rapporti con la famiglia della moglie o del marito.

I gradi di affinità corrispondono esattamente ai gradi di parentela, per cui se un uomo ha un figlio da un precedente matrimonio e poi si risposa, il figlio è parente di primo grado con il proprio padre ed affine di primo grado con la seconda moglie del proprio padre. In pratica, i parenti di primo grado di una persona sono affini di primo grado per il proprio coniuge; i parenti di secondo grado sono affini di secondo grado per il coniuge, ecc.

Il rapporto di affinità non cessa se la coppia si separa o si divorzia, non cessa nemmeno con la morte del proprio coniuge, di colui cioè da cui deriva il rapporto di affinità. L’affinità cessa solo se il matrimonio viene considerato nullo, ma rimane l’impedimento al matrimonio per gli affini in linea retta ovvero una persona non può sposarsi con gli affini in linea retta, ossia con i figli, i nipoti o i genitori del proprio ex coniuge. Il divieto sussiste anche per gli affini di secondo grado, ossia i fratelli e le sorelle del coniuge.

Gli affini, in particolare generi, nuore, suocero e suocera, sono tenuti a versare gli alimenti, secondo le proprie possibilità. Tale obbligazione alimentare tra gli affini cessa quando la persona che ha diritto agli alimenti è passata a nuove nozze o quando il coniuge da cui deriva l’affinità, e i figli nati dalla sua unione con l’altro coniuge e i loro discendenti sono morti.

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