25 Aprile 2024, giovedì
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Crisi di governo, dialogo resta teso. Pd e M5S chiedono le dimissioni di Conte, poi il ter

SI rivela sempre più complesso aggregare un nuovo gruppo politico alla maggioranza Pd-M5S. SI intravede ancora, l’idea che la sola via d’uscita da questa impasse siano le dimissioni di Giuseppe Conte per poi dar vita a una compagine nuova, sempre guidata dall’avvocato, ricostituendo anche un rapporto di collaborazione con i renziani di Italia Viva. I risvolti di questa crisi si arricchiscono di nuovi elementi mentre le incognite rimangono tutte sul tavolo. I deputati e i senatori di Italia Viva hanno lanciato un appello perché, a fronte della «difficile situazione sanitaria e dei drammatici dati economici», ci sia «una soluzione politica che abbia il respiro della legislatura e offra una visione dell’Italia per i prossimi anni».

Contrario a ogni ripensamento è però Vito Crimi che sostiene l’impossibilità di ricucire con Renzi a cui “chiude definitivamente le porte”. Anche Alessandro Di Battista usa toni da anatema: «Allontanare il renzismo dalla politica è un dovere morale».

Sul fronte Pd il capogruppo a Montecitorio, Graziano Delrio, parla chiaro: «Il Pd è sempre stato contrario a una crisi al buio, no a elezioni e dunque serve un allargamento vero perché con questi numeri è già complicato solo gestire l’ordinario». Non tutto il partito la pensa così perché più di un esponente vicino a Zingaretti ha dichiarato alla stampa che il «Pd non teme elezioni». Il che, tradotto, è un segnale di freddezza verso Italia Viva. Comunque sembra emergere, almeno nella maggioranza di Pd e M5s, un chiaro suggerimento a Conte: dimissioni in vista di un Conte Ter rilanciato su basi nuove e con un accordo con i renziani.

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