Coronavirus: ci sono i buoni spesa alle famiglie ?
Sulla base delle risorse assegnate e delle donazioni, ciascun Comune viene autorizzato da subito (in deroga al d.lgs. n. 50/2016, Codice del contratti pubblici), all’acquisizione di:a) buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale;b) generi alimentari o prodotti di prima necessità. I Comuni, per l’acquisto e per la distribuzione di tali beni potrannoavvalersi delle associazioni , cooperative sociali . Nell’individuazione dei fabbisogni alimentari e nella distribuzione dei beni, in particolare, sarà possibile coordinarsi con gli enti attivi nella distribuzione alimentare realizzate nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).
Per le attività connesse alla distribuzione alimentare non sono disposte restrizioni agli spostamenti del personale degli enti del Terzo settore e dei volontari coinvolti. Inoltre, l’ordinanza autorizza i Comuni ad aprire appositi conti correnti bancari presso il proprio tesoriere o conti correnti postali onde fare confluire donazioni per misure urgenti di solidarietà alimentare.Spetterà all’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individuare la platea dei beneficiari e il relativo contributo spettante alle famiglie.
L’ordinanza chiarisce che l’assegnazione sarà prevista nei confronti dei nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali. Priorità viene espressamente stabilita nei confronti delle famiglie non già assegnatarie di sostegno pubblico.Il provvedimento della Protezione Civile non fissa espressamente l’importo dei buoni spesa spettanti alle famiglie. Trattandosi di uno stanziamento salito a 400 milioni di euro, si ipotizza che la cifra sarà intorno ai 300/400 euro per famiglia. Tuttavia, si tratta di una previsione meramente “indicativa”: l’ultima parola sull’importo finale per famiglia, infatti, spetta ai singoli Comuni che dovranno modulare la cifra in base alle somme che gli verranno effettivamente stanziate.
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