27 Aprile 2024, sabato
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Malaga, rinvenuto corpo di Julen in un pozzo

Julen, il bimbo caduto nel pozzo, è morto. Il corpo del bimbo di due anni e mezzo, precipitato in un pozzo profondo un centinaio di metri lo scorso 13 gennaio, è stato localizzato ad una profondità di 70 metri. “All’una e 25 di questa notte, le squadre di soccorso sono arrivate nel punto del pozzo dove si trovava Julen ed hanno localizzato il corpo senza vita del piccolo”. E’ questa la dichiarazione che, poco dopo le due di notte, ha rilasciato un portavoce delle autorità locali alle centinaia di giornalisti che hanno seguito per giorni le complesse operazioni di soccorso che hanno coinvolto ingegneri, minatori e volontari.Immagine correlata

I soccorritori hanno lavorato duramente per 13 giorni nella speranza di salvare il bimbo di due anni intrappolato in un pozzo artesiano nei pressi di Malaga. Col passare delle ore si erano fatte sempre più flebili le speranze di trovarlo in vita. Poco fa il triste epilogo di una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso la Spagna e il mondo intero: il bambino è stato trovato senza vita dai soccorritori. Nessuno si era illuso da quando il bimbo di due anni e mezzo, lo scorso 13 gennaio, era caduto in un pozzo di campagna abbandonato – largo 25 centimetri e profondo più di cento metri – a Totalán nei dintorni di Malaga, in Spagna.

Morto il bimbo caduto nel pozzo

Non si sono mai sentiti segnali di vita da parte di Julen, intrappolato a circa 70 metri di profondità. Eppure, per tanti giorni, la macchina dei soccorsi ha lavorato senza sosta per cercare di recuperare il bimbo. Vigili del fuoco, Guardia Civil e altre squadre specializzate nei soccorsi avevano prima scavato un tunnel verticale parallelo al pozzo, poi erano entrati in azione i minatori, per realizzare una galleria orizzontale di 4 metri in grado di connettere tunnel e pozzo. Hanno lavorato in un ambiente privo di luce e aria, sdraiati o in ginocchio. Le operazioni dei soccorritori avevano subìto rallentamenti a causa della composizione del terreno, che in alcuni tratti era formato da roccia. Per questo motivo, era stato necessario l’intervento della Guardia Civil, che aveva fatto brillare due micro cariche di dinamite per consentire l’avanzamento dei lavori.

 

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