20 Aprile 2024, sabato
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Contratto Governo, perle nascoste: sostegno a industria militare non bellica. E i mini Bot

ROMA – Contratto Governo perle nascoste ce n’è a volerle leggere e apprezzare. Ce n’è una che ha del meraviglioso e che in fondo è la miglior sintesi, artistica per così dire, della politica al tempo della sintonia con la gente. Eccola, nero su bianco la perla nel Contratto Governo, brilla come lucida sfera, affascinate e in fondo misteriosa: “sostegno a industria militare, nella parte non bellica”.Come si sia arrivati a tale architettura del pensiero e a simile preziosa formulazione si può tentare di ricostruire. Dunque, la gente non vuole (e non vuole anche perché sono anni e anni che le raccontano e le raccontiamo che non servono, son  soldi buttati) spese militari. La gente pensa e ritiene la difesa della Repubblica un sorta di diritto acquisito e comunque qualcosa che deve essere insomma più o meno gratis, fai come…l’acqua pubblica? Ecco, così.Come che sia, alla gente non piace sentirsi dire che si spende per le armi e ogni bravo partito italiano se vuole voti deve giurare che sempre meno e forse mai più si spendere per le armi. E quindi dove c’è scritto o si sente odor di armi e armamenti è brutta e cattiva cosa.Però in Italia ci sono fior di fabbriche, c’è una industria militare. La si smonta? Le si tagliano le commesse? La si abolisce? Quelle fabbriche le si fa chiudere? Con migliaia, decine di migliaia di lavoratori che perdono il posto? E quindi con il casino gigantesco che ne viene? No, non è il caso.E allora ecco il genio, la genialità giallo-verde, il genio penta-leghista. “Sostegno all’industria militare, nella parte non bellica”. Come dire: sostegno all’agricoltura, nella parte non alimentare. O sostegno all’industria farmaceutica, nella parte non medicinale. Un assoluto non senso, ma di assoluto successo. Non esiste ovviamente industria militare non bellica. Non esiste produzione possibile di armamenti destinati per loro natura a non essere…bellici. E’ come dire sì all’orologio, nella parte che non segna il tempo.

Ma, attenzione: non è una presa in giro. E’ come detto arte pura, genuino pensiero della cultura politica al tempo della gente ha sempre ragione. Come l’Ilva da chiudere e al tempo stesso mantenere in piedi come grande centro (cultural-turistico-ambientale?) che paga come oggi 14 mila stipendi agli ex dipendenti dopo essere stato ovviamente nazionalizzato. Come Monte Paschi Siena che deve essere nazionalizzata e diventare banca servizio Pubblico, come l’idea portante e trionfante della finanza e credito giallo verdi, quelli per cui se sei azionista di una banca che guadagna, allora incassi dividendi. Se però la banca no  guadagna o perde, allora il calo di valore delle tue azioni telo rimborsa lo Stato. Arte, arte pura.Anche l’arte però ha bisogno di materia prima, una tela, un marmo, magari una resina, un polistirolo. E quindi anche l’arte giallo verde al governo ha bisogno dell’altra perla nascosta nel Contratto Governo. I mini Bot. Nero su bianco c’è scritta la possibilità-intenzione che lo Stato paghi in parte i suoi fornitori (poi i suoi dipendenti?) in mini Bot. Titoli di Stato di piccolo taglio, decine, massimo cinquanta-cento euro di mini Bot.La genialità giallo-verde è evidente e lampante: così si fa circolare una moneta parallela all’euro e di fatto si stampa moneta finalmente “sovrana”. Equei rompi scatole degli altri europei non possono dire nulla perché mica stampiamo euro, solo mini Bot. E li freghiamo. Ecco, se e quando avremo servizi e merci da noi forniti pagati in parte  in mini Bot e stipendi e magari pensioni pagati in parte in mini Bot, allora l’elettorato entusiasta del Contratto Governo giallo verde potrà gustarlo in tutta la sua natura e finalmente potrà dire di esserselo meritato.(fonte blitzquotidiano.it)

a cura di Alessia Reitano

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