A parte il sudore, gli altri liquidi (sangue e acqua) rimangono “sigillati” all’interno dei vari strati. Eppure perdiamo milioni di cellule di epidermide ogni giorno. Come mai non ci sono infiltrazioni?
La risposta è arrivata nel 2016 da uno studio dell’Imperial College London: le cellule della pelle sono organizzate secondo una conformazione geometrica che le tiene adese come fossero incollate, e permette allo stesso tempo la loro continua sostituzione.
RICAMBI A CATENA. Affinché i mammiferi possano perdere le cellule di epidermide superficiali, nuove cellule devono continuamente essere prodotte sotto allo strato granuloso, dove rimpiazzano quelle vecchie che a loro volta vengono spinte in superficie per essere cambiate. Questo continuo andirivieni potrebbe facilitare la formazione di “fessure” e perdite di liquido in superficie.
LA FORMA PERFETTA. Fortunatamente – hanno scoperto i ricercatori – le cellule dello strato granuloso appaiono come la versione appiattita di un tetradecaedro, un poliedro a 14 facce conosciuto per essere la forma migliore per riempire gli spazi. Questa loro conformazione permette di mantenere legami stretti con quelle vicine anche durante le continue sostituzioni. Le vecchie cellule da sostituire sono rimpiazzate da una proteina che si comporta come un potente adesivo, e che mantiene intatta la struttura anche quando l’unità da cambiare passa allo strato superiore.
QUANDO SI ALTERA. Nell’uomo il sistema funziona in modo analogo. Un suo malfunzionamento potrebbe contribuire all’insorgere di condizioni come eczema e psoriasi: con le barriere adesive tra cellule malfunzionanti, le infiltrazioni di batteri potrebbero essere più comuni, così come le infiammazioni croniche e la produzione eccessiva di cellule nuove (con la perdita “in massa” di quelle vecchie).
a cura di Maria Parente