23 Aprile 2024, martedì
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Bankitalia, si consolida l'espansione dell'economia

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Riviste in rialzo le proiezioni per l’economia italiana. Lo rivela la Banca d’Italia che prevede una crescita dell’1,4% quest’anno e dell’1,2% nel 2019 e nel 2020. Secondo il bollettino economico, “le proiezioni di crescita sono lievemente superiori” a quelle di luglio, che indicavano per il 2018 un +1,3%. L’anno scorso, invece, l’aumento del PIL è stato dell’1,5%.Per quanto riguarda l’inflazione è prevista in calo nel 2018 ma l’anno prossimo tornerà ad aumentare. Secondo il Bollettino economico della Banca d’Italia, i prezzi al consumo scenderanno temporaneamente quest’anno e torneranno poi a salire in modo graduale. La proiezione di una flessione nel 2018 (all’1,1% in media d’anno, dall’1,3% del 2017) è riconducibile soprattutto all’esaurirsi dell’effetto del rincaro dei beni energetici e alimentari avvenuto all’inizio del 2017. Nel prossimo biennio i prezzi torneranno a salire dell’1,5% in media annua, riflettendo un progressivo rafforzamento della crescita delle retribuzioni.

Buone notizie per l’occupazione. Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro il tasso di disoccupazione si è collocato all’11% per cento in novembre. La dinamica salariale resta moderata anche se, sulla base dei contratti di lavoro rinnovati nella seconda metà dello scorso anno, mostra alcuni segnali di ripresa. L’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, riconducibile al miglioramento ciclico e al progressivo innalzamento dell’età pensionabile, comporterà una discesa solo graduale del tasso di disoccupazione che. secondo le previsioni si porterà al 10,5% nel 2020 (dall’11,3 del 2017).
La crescita dei prestiti alle famiglie è vivace; aumentano anche i finanziamenti alle imprese, soprattutto a quelle manifatturiere. A limitare la domanda di credito bancario da parte delle aziende concorrono l’ampia disponibilità di risorse interne e il maggior ricorso all’emissione di obbligazioni.

La qualità del credito bancario continua a migliorare, favorita dal consolidamento della crescita. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in proporzione ai finanziamenti è sceso all’1,7%, al di sotto dei livelli registrati prima della crisi globale; l’incidenza della consistenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti è diminuita (per i gruppi significativi dall’8,2 al 7,8% al netto delle rettifiche di valore), in larga parte per effetto della conclusione di operazioni di cessione di sofferenze. I coefficienti patrimoniali delle banche si sono rafforzati.Tuttavia non mancano i rischi che derivano dal contesto globale, tra i quali restano rilevanti quelli che provengono dal contesto internazionale e dall’andamento dei mercati finanziari. Inasprimenti delle tensioni globali o una maggiore incertezza circa le politiche economiche nelle diverse aree potrebbero tradursi in aumenti della volatilità dei mercati finanziari e dei premi per il rischio, ripercuotendosi negativamente sull’economia dell’area dell’euro.
Tra i rischi di origine interna, rispetto agli ultimi scenari previsivi, si sono ridotti quelli connessi con la debolezza del sistema creditizio e con un possibile acuirsi dell’incertezza di famiglie e imprese sull’intensità della ripresa in atto.

a cura di Maria Parente

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